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Il 10 marzo scorso si è tenuto il quarto incontro fra organizzazioni sindacali e direzione aziendale di Hi-Lex, assistita da Confindustria, per verificare la possibilità di evitare i 22 licenziamenti dichiarati nella procedura aperta il 27 gennaio. L’azienda ha ribadito la disponibilità a ridurre gli esuberi, attraverso una ricollocazione interna di 5 o 6 lavoratori dopo un corso di formazione mirato. Per i lavoratori non ricollocabili all’interno, ha offerto il supporto di una società di outplacement, affiancata da corsi di formazione. Per chi è disponibile a uscire dall’azienda volontariamente, non c’è disponibilità ad alzare l’incentivo, fermo a 15 mensilità.
La Fiom "ha ribadito che non è accettabile alcuna ipotesi di accordo che preveda licenziamenti coercitivi, a maggior ragione in una fase dove la guerra in corso nell’Est Europa sta cominciando a complicare pesantemente le prospettive di lavoro in numerose aziende, a partire proprio da quelle del settore auto, dove è già messa in discussione la continuità delle catene di fornitura". La Fiom ha proposto alle altre organizzazioni sindacali presenti in Hi-Lex di promuovere dalla data odierna scioperi all’interno dell’azienda e manifestazioni all’esterno per modificare le posizioni delle controparti e creare le condizioni per arrivare a un accordo che non lasci un solo lavoratore “in mezzo alla strada”.
Da oggi, Fiom e Fim hanno concordato un primo pacchetto di ore di sciopero, da effettuarsi in azienda, le cui modalità verranno comunicate giorno per giorno. Altre iniziative esterne verranno rese note nel corso della prossima settimana. A Regione Liguria ed enti locali la Fiom dice che, "seppur apprezzata, non può più bastare la solidarietà espressa con gli ordini del giorno, ma va proposto un concreto supporto per raggiungere l’obiettivo che tutti auspichiamo: non si perda un solo posto di lavoro".