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La deadline è venerdì 18 aprile: lo stabilimento Gurit di Volpiano (Torino) chiuderà. A fine gennaio la società svizzera aveva annunciato la chiusura dell’impianto, attivo nella produzione di componenti per turbine eoliche, e il licenziamento dei 56 dipendenti (cui si aggiungevano altri 20 addetti in somministrazione).
Malgrado oltre due mesi di trattative, l’azienda è rimasta irremovibile. “Una decisione – spiegavano allora i sindacati, riportando le parole della proprietà – motivata dal drastico calo delle commesse, dalla crescente concorrenza cinese e dal costo elevato dell’energia in Italia, fattori che porteranno la società a delocalizzare in Cina le produzioni finora assegnate a Volpiano”.
Il 4 aprile, presso la Regione Piemonte, azienda e sindacati (Filctem Cgil, Uiltec Uil e Femca Cisl) hanno siglato un accordo con l’obiettivo di attenuare il forte impatto sociale della dismissione. L’intesa prevede sia la cassa integrazione ordinaria fino a dicembre sia un incentivo all’esodo da 14 a otto mensilità, secondo la tempistica dell’uscita.
Entrando nel dettaglio, le mensilità saranno 14 per chi uscirà dall’azienda entro il 15 giugno, diverranno 12 per chi uscirà tra giugno e agosto, dieci tra agosto e ottobre, infine otto tra ottobre e dicembre. La Regione Piemonte, infine, ha assicurato percorsi di formazione e strumenti per la ricollocazione delle lavoratrici e dei lavoratori.