C’è grande, grandissima preoccupazione tra i 5.700 dipendenti della Sevel di Atessa (Chieti). Lo stabilimento ex Fiat (ora Stellantis) dal 1981 produce veicoli commerciali leggeri, tra cui il Ducato, il furgone più venduto in Europa. Ma nel 2019 la società automobilistica decide di impiantare una nuova realtà produttiva in Polonia, nella Zona economica speciale (Zes) di Gliwice, portandosi dietro anche le aziende dell’indotto (che lavorano just in time).
Nella fabbrica polacca, il cui avvio è stato anticipato da aprile a febbraio 2022, verranno prodotti i medesimi furgoni fabbricati in Sevel, appunto il Ducato. Insomma: un clone di Atessa. Uno stabilimento importante, dunque, con cospicui investimenti (oltre 300 milioni di euro), processi di automazione di ultima generazione e numeri significativi, visto che si partirà con 50 mila veicoli per arrivare già nel 2023 a 100 mila.
“L’impatto di questa delocalizzazione su di noi potrebbe essere molto alto”, spiega Marco Cieri, operaio Sevel alla verniciatura da 18 anni e delegato Rsa Fiom Cgil: “Il rischio è il forte ridimensionamento sia in Sevel sia nell'indotto. La fabbrica polacca è nuova, ultratecnologica, e farà quello che facciamo noi. A breve termine, magari, le ripercussioni saranno contenute, ma il futuro si annuncia drammaticamente incerto”.
Analoga apprensione si vive alla Isringhausen, azienda dell’indotto produttrice di sistemi di seduta per veicoli commerciali, dove già si vedono i primi segnali negativi. “La riduzione dei turni in Sevel, passati da 18 a 15, ha provocato la diminuzione delle ore per i nostri 130 lavoratori in somministrazione”, aggiunge Francesco Viteritti, operaio da 20 anni e delegato Rsu Fiom Cgil: “La sensazione, ma è quasi una certezza, è che Stellantis privilegerà lo stabilimento di Gliwice, lasciando progressivamente ben poche produzioni in Val di Sangro”.
Occorre muoversi subito per evitare la crisi, questo chiede il sindacato a impresa e governo. “La difficoltà più grossa – argomenta il segretario generale della Fiom Cgil di Chieti Alfredo Fegatelli – è far capire che si sta mettendo in piedi un percorso che porterà al ridimensionamento della Sevel, quindi dell’occupazione dell’intera Val di Sangro”. Serve allora una “politica lungimirante”, conclude Fegatelli, che spinga “Stellantis a fare quegli investimenti necessari a garantire un futuro a questo stabilimento e alle migliaia di persone che ci lavorano dentro e intorno”.