Da pochi mesi alla guida dell’Ispettorato nazionale del lavoro, l’agenzia del ministero del Lavoro, Bruno Giordano è un magistrato con grande esperienza in materia di sicurezza sul lavoro. Di origine meridionale è stato applicato sia al tribunale di Milano che in quello di Torino fino ad arrivare in Cassazione. E proprio Diritto della sicurezza sul lavoro è la materia che insegna, a contratto, nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano.
L’Ispettorato nazionale del lavoro nasce nel 2016: “Esercita e coordina sul territorio nazionale la funzione di vigilanza in materia di lavoro, contribuzione, assicurazione obbligatoria e di legislazione sociale, compresa la vigilanza in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. All'Ispettorato competono, inoltre, gli accertamenti in materia di riconoscimento del diritto a prestazioni per infortuni sul lavoro e malattie professionali. Svolge attività di prevenzione e promozione della legalità volte al contrasto del lavoro sommerso e irregolare nel settore dei trasporti su strada, svolge e coordina le attività di vigilanza sui rapporti di lavoro. Esegue studi ed effettua analisi con riferimento ai fenomeni del lavoro sommerso e irregolare e alla mappatura dei rischi”. Insomma, un’attività enorme e strategica".
Venerdì 4 marzo le ispettrici e gli ispettori del lavoro sono in mobilitazione per rivendicare l’adeguamento salariale previsto per i lavoratori e le lavoratrici dei ministeri. Il dottor Giordano si è schierato che i suoi “ispettori” condividendo le ragioni della mobilitazione. Non solo: secondo il direttore generale dell’Inl oltre al riconoscimento economico, la collettività e quindi lo Stato dovrebbe essere in grado di dimostrare loro riconoscenza, non solo economica, per quanto hanno fatto durante i mesi della pandemia. “Hanno consentito al Paese di non fermarsi completamente, erano loro a gestire l’applicazione dei protocolli Covid nei luoghi di lavoro”, quelli che contrattati e sottoscritti con Cgil Cisl e Uil hanno consentito alle imprese ritenute strategiche, dai supermercati alle fabbriche che producevano i dispositivi di sicurezza, solo per fare qualche esempio, di restare aperti garantendo la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.
Giordano rammenta a tutti noi che il debito di riconoscenza nei confronti di questi dipendenti dello Stato andrebbe davvero onorato.