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Nell’ambito delle iniziative che sabato 30 ottobre si terranno in cinque città svizzere, la Cgil del comparto frontalieri sarà presente con una propria delegazione composta dai comprensori di confine di Como, Varese, Sondrio e Verbano Cusio Ossola alla manifestazione di Bellinzona organizzata dall’Unione sindacale svizzera, a difesa di un salario dignitoso, a presidio della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, a sostegno della solidarietà intergenerazionale ed internazionale tra i lavoratori.
"Ogni giorno nei tre Cantoni di confine entrano 80.000 nostri connazionali che prestano lavoro nel vasto sistema dell’impresa privata svizzera, tanto nei settori dell’edilizia, del manifatturiero e delle strutture ricettive del privato, quanto nel mondo dell’assistenza sanitaria, dei trasporti e dei servizi pubblici, fornendo un contributo indispensabile all’economia elvetica i cui indicatori sono positivi e la cui dimensione è tornata a livelli pre-pandemici, anche grazie agli investimenti a sostegno realizzati negli ultimi 18 mesi da parte della Confederazione e tuttavia, i lavoratori italiani sono quotidianamente vittime di un fenomeno vasto di dumping salariale inaccettabile", afferma in una nota la Cgil frontalieri.
"Alle difficoltà ordinarie e straordinarie della contrattazione collettiva che in Svizzera copre il 50% c.ca dei rapporti di lavoro, si aggiungono in queste settimane quelle di centinaia di lavoratori del settore industriale che saranno privati del salario minimo legale (in vigore dal prossimo 1° dicembre p.v.), a causa di un accordo firmato tra uno pseudo-sindacato e un’associazione padronale fantasma, volto a derogare anche il minimo salariare a beneficio di una concorrenza sleale tra imprese sulla pelle dei lavoratori autoctoni e dei moltissimi frontalieri. Una pratica inaccettabile", conclude la confederazione.