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“L’annuncio del governo italiano di aver stipulato un protocollo con l’Albania per la realizzazione di due strutture di accoglienza destinate ai migranti soccorsi in mare, oltre ad apparire come una palese violazione delle norme italiane e internazionali in materia di diritto di asilo e non solo, costituisce un ulteriore svuotamento dei princìpi costituzionali in materia di accoglienza e diritti della persona e mette a dura prova la rete e l’attività svolta dalle tante lavoratrici e dai lavoratori impegnati ogni giorno nel sistema di accoglienza”. Lo afferma una nota di Funzione pubblica Cgil.
“Spostare il problema dell’accoglienza ai migranti oltre i confini nazionali è stata la logica perseguita in questi anni – spiega ancora Fp Cgil - e non ha prodotto risultati positivi, ma anzi ha reso ‘l’emergenza’ strutturale proprio perché non abbiamo servizi stabili e politiche per l’integrazione. Al contrario – si osserva - occorre che sia rafforzata e potenziata la rete di servizi pubblici territoriali, e non mortificata come già avvenuto col decreto Cutro: dalle Commissioni per i richiedenti asilo, che devono restare soggette alla giurisdizione italiana, alle strutture di accoglienza in cui le tante e tanti operatori impegnati quotidianamente devono essere messi, con le loro professionalità, nella condizione di garantire a chi arriva in Italia, dopo drammatiche traversate, reali percorsi di integrazione”.