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“A quanto si apprende dagli organi di stampa, l’emendamento annunciato dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, nell’ambito del piano europeo sull’industria dell’auto, prevede un intervento sulle sanzioni, ma nessuna condizionalità né obblighi agli investimenti, garanzie alla filiera della componentistica e all’occupazione”. A dirlo è il segretario nazionale Fiom Cgil Samuele Lodi: “Secondo quanto emerge le aziende automobilistiche avrebbero tre anni di tempo invece di uno per adeguarsi agli standard di conformità per evitare le sanzioni, ma a questo non è affiancato un piano a oggi”.
Per Lodi “il piano sull’automotive che si sono impegnati ad annunciare il 5 marzo non può prescindere da misure a tutela dell’occupazione. La Commissione europea decida se vuole ascoltare la voce delle lavoratrici e dei lavoratori che il 5 febbraio sono scesi in piazza a Bruxelles o se intenda gestire la transizione contro di loro”.
Il segretario nazionale Fiom Cgil così conclude: “È un’altra l’Europa della quale abbiamo bisogno e il governo italiano, prima di festeggiare il sostegno incondizionato alle imprese, intervenga per garantire nella transizione ecologica e tecnologica l’occupazione, ripristinando le risorse del fondo automotive e attraendo investimenti esteri”.