"Di passaggio in passaggio, nel corso degli anni, la Kme ha sicuramente ridotto il perimetro delle produzioni, e questo è un fatto. Il futuro di questo importante gruppo è ancora tutto da capire. Kme cambia spesso i piani e sa solo rispondere con arroganza. Questa supponenza gestionale ci farebbe piacere si traducesse davvero in un rilancio, investimenti, sviluppo, occupazione e non in ridicoli tentativi di screditare tutti quelli che intervengono sull’andamento dell’azienda. Purtroppo, la realtà è quella di un gruppo industriale in affanno da anni e i lavoratori ne stanno pagando un caro prezzo, passando dall’utilizzo di un ammortizzatore sociale a un altro". Così Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom Cgil del gruppo Kme.
"Noi abbiamo siglato un accordo sindacale per tentare di favorire il rilancio dei siti produttivi in Italia, Fornaci di Barga, Firenze e Serravalle Scrivia. Lo stabilimento di Serravalle Scrivia, invece, con questo cambio di azionariato, cambia gli assetti proprietari. Verificheremo i termini della cessione del business delle barre di ottone, che sicuramente non è del tutto definita. Comunque, una cosa è certa: nessuna informazione sindacale è stata fatta e, soprattutto, non è stato rispettato l’accordo del 22 ottobre, che prevedeva il rilancio e degli investimenti da parte di Kme anche a Serravalle; altrimenti, all’epoca, bastava dire che su quel sito sarebbe subentrato un nuovo azionista", continua il dirigente sindacale.
"La nuova compagine Zhejiang Hailiang Co magari rilancerà, farà investimenti e migliorerà i livelli occupazionali, più di quanto ha saputo fare Kme, Verificheremo eventuali piani industriali, ma, di sicuro, la Kme ha ulteriormente ceduto un altro importante settore, e questo non era previsto. Il coordinamento sindacale del gruppo è stato convocato per il 12 febbraio: se sono stati rispettati gli accordi con il Mise, lo verificheremo in quella sede", conclude il sindacalista.