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"A inizio 2020 molte imprese e talune associazioni datoriali hanno sottovalutato la pandemia per ragioni di profitto fino al punto che i lavoratori hanno dovuto scioperare per ottenere le sospensioni delle attività necessarie ad evitare i contagi nei luoghi di lavoro. Adesso invece Confindustria e alcune aziende si ergono a difensori della salute dei lavoratori. Il vaccino è sicuramente un utile strumento per la tutela della salute dei singoli lavoratori e in generale della salute collettiva, anche solo per l’effetto di riduzione dei sintomi più gravi della malattia che consente al sistema sanitario pubblico di dedicarsi anche alla cura di altre patologie". Così la Fiom Cgil Torino in un comunicato.
"In questi giorni, però, qualche azienda assume unilateralmente l’iniziativa di escludere i lavoratori che non esibiscono il green pass dalla mensa oppure di chiedere il green pass al rientro dalle ferie. Per i metalmeccanici nessun decreto e nessuna legge prevede oggi alcun obbligo vaccinale né l’obbligo di esibire alcuna certificazione per recarsi al lavoro o per accedere al servizio mensa che – come noto – non rientra tra i pubblici esercizi di ristorazione. Chi accede alle mense è dipendente non si tratta certo di bar o di ristoranti dove si va per scelta", prosegue il sindacato.
"Le categorie per cui esiste un obbligo vaccinale e le attività al chiuso per cui è richiesto il green pass sono elencate espressamente dalla legge e, tra queste, non vi sono le attività industriali. Come ben definito dal Garante della privacy, con provvedimento n. 229 del 9 giugno 2021, non è potere dell’impresa decidere chi ammettere al lavoro o alla mensa sulla base di informazioni sanitarie sensibili che il datore di lavoro non può richiedere né gestire (al di là delle opinioni di “autorevoli” giuslavoristi sempre pronti a supportare le iniziative confindustriali) in assenza di una specifica norma di legge", aggiungono i metalmeccanici.
Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino dichiara: “Siamo da sempre impegnati per difendere i diritti e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori che si tutelano continuando ad applicare con rigore le norme di prevenzione del contagio definite nei protocolli e concordate a livello aziendale – che hanno funzionato e funzionano – senza fughe in avanti che hanno come unico effetto la crescita delle tensioni sociali. Le mense nelle aziende metalmeccaniche sono dotate di divisori in plexiglass, l’accesso è scaglionato, tavoli e locali sono igienizzati ad ogni cambio turno e sono largamente utilizzate le mascherine. Ogni eventuale ulteriore misura sanitaria spetta alla legge e non all’iniziativa delle singole imprese o delle associazioni industriali. Non accetteremo abusi e imposizioni unilaterali”.