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Licenziamenti ritirati alla Lafert di Fusignano (Ravenna). Dopo un’intensa trattativa sindacati e azienda hanno trovato l’accordo, raggiunto il 20 febbraio presso l’Unità di crisi della Regione Emilia-Romagna e approvato dall’assemblea dei lavoratori quattro giorni dopo, per la concessione dei contratti di solidarietà della durata di un anno (a partire dal 1° marzo) ai 55 dipendenti.
Il 13 gennaio scorso la società veneta, controllata dal 2018 dalla multinazionale giapponese Sumitomo Heavy Industries, aveva annunciato (all’interno del nuovo piano industriale 2025-2028) la chiusura entro il 31 marzo dell’impianto romagnolo, specializzato nella produzione di motori elettrici asincroni monofase e trifase.
I vertici dell’impresa hanno anche assicurato l’individuazione di un advisor per arrivare a un nuovo soggetto in grado di reindustrializzare il sito e garantire prospettive occupazionali allo stabilimento. Nella fase di transizione l’azienda manterrà una parte della produzione, attivando appunto l’ammortizzatore sociale.
Lafert: “Atto di responsabilità verso i lavoratori”
“Con l’adozione del contratto di solidarietà e l’avvio del progetto di reindustrializzazione, vogliamo mostrare concretamente come la responsabilità nei confronti dei lavoratori sia la nostra priorità”, dichiara l’amministratore delegato Cesare Savini: “Ribadiamo l’impegno affinché nel sito di Fusignano si possano realizzare nuove prospettive di occupazione con altri soggetti imprenditoriali”.
La situazione della Lafert rimane comunque molto complicata. Va anche ricordato, infatti, che l’azienda ha prorogato dal 3 marzo al 31 maggio prossimo la cassa integrazione sia per i 546 lavoratori dello stabilimento di San Donà sia per i 179 di Noventa (entrambi in provincia di Venezia). A motivare la decisione, secondo l’azienda, un concorso di cause, prime fra tutti la congiuntura economica, la concorrenza cinese e il rallentamento del mercato tedesco.
Sindacati: “Difesi occupazione e reddito dei dipendenti”
“Il risultato ottenuto, con l’importante supporto della Regione, è di grande valore per il territorio di Fusignano”, commentano Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil: “L’accordo difende l’occupazione e il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori, garantisce il mantenimento di attività produttive nel sito e impegna l’azienda a non smobilitare, dovendo mettere in campo le iniziative per la sua reindustrializzazione in un percorso che sarà costantemente monitorato da organizzazioni sindacali e istituzioni”.
I sindacati sottolineano che “il percorso definito ha radicalmente modificato le originali intenzioni dell’azienda di cessazione dell’attività. Non c’erano le condizioni economiche, che invece l’azienda asseriva di avere, per chiudere il sito. Ci sono invece ordini e volumi di produzione di motori elettrici tali da consentire di sostenere a livello produttivo e finanziario lo stabilimento”.