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"Lo stato delle vertenza Elica impone un ragionamento molto profondo in quanto, dal 31 marzo, delle situazioni si sono modificate e non si può non tenerle in considerazione. L’andamento dell’azienda è mutato ed oggi Elica un carico di lavoro importante e riesce a marginare come non era mai accaduto negli ultimi anni, di conseguenza le ragioni aziendali del piano annunciato sette mesi fa, oggi vengono a mancare".Così il coordinamento unitario del gruppo Elica di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil Marche
"Quello che invece rimane è il numero impressionante di cappe che sarà oggetto di delocalizzazione (oltre un milione e da qui i 409 esuberi) così come la portata di investimenti previsti, approvati ed in essere sul plant polacco. Indiscutibilmente, la sospensione del piano annunciata dall’azienda il 29 giugno è stato un passaggio fondamentale, ottenuto grazie ad una capacità di mobilitazione poderosa ed oggi si sta discutendo anche sulle proposte industriali, avanzate dal coordinamento sindacale, di far diventare il territorio di Fabriano il reale centro di produzione di tutto l’alto di gamma, attraverso soprattutto operazioni di reshoring e sullo sviluppo futuro di quelle tipologie", prosegue il sindacato.
"Questo creerebbe un progetto industriale solido, rivolto anche al futuro e che traguarderebbe il rilancio e la riqualificazione di tutta l’area montana, partendo dalle professionalità e dalle competenze già esistenti che sarebbero valorizzate , creando anche quelle che serviranno nei prossimi anni. Un paradigma di politiche di settore (elettrodomestico) in controtendenza con quanto sta avvenendo, che vuole diventare un riferimento per tutto il paese ma per questo c’è bisogno di uno sforzo ulteriore da parte di Elica che ad oggi non è ancora sufficiente, con l’idea che invece si continuino a perseguire gli obiettivi del piano originale, indipendentemente dalle dichiarazioni che si fanno", aggiuge la nota sindacale.
"E’ necessario quindi perseguire la concretezza richiamata dalla Viceministra Alessandra Todde, che vogliamo raccogliere e rilanciare, chiedendo con forza l’azienda, come già fatto alla fine dell’incontro del 19 ottobre, di tornare al tavolo ministeriale, con del lavoro certo, aggiuntivo e qualificato per le fabbriche italiane, che dia credibilità e sostenibililtà in prospettiva ad un progetto industriale da condividere e con un piano di investimenti che ne renda attuabile la costruzione e che restituisca la centralità al territorio di Fabriano nelle strategie della multinazionale: territorio e persone a cui Elica deve la sua fortuna ed il suo ruolo di leader mondiale nel mercato di riferimento. Riprendiamo la mobilitazione per conquistarci il lavoro e il futuro che ad oggi non ci viene ridato, in nome di logiche finanziarie e speculative, per conquistarci un accordo all’altezza della nostra storia e della nostra lotta, con tutte le forme che riterremo più opportune", conclude il comunicato sindacale.