In tema di rappresentanza nel settore dell’artigianato occorre evidenziare alcuni elementi peculiari. Lo facciamo con l’aiuto di Nicola Marongiu, coordinatore Contrattazione e Politiche del Lavoro della Cgil nazionale. “La stratificazione degli accordi interconfederali che sono nel tempo intervenuti – spiega ai microfoni di Collettiva – ha disegnato per la rappresentanza un profilo che ha un carattere peculiare, proprio del settore dell’artigianato”.

“La rappresentanza sindacale – continua il dirigente della Cgil – agisce nella dimensione territoriale, il bacino, e non all’interno delle aziende. Con l’accordo interconfederale del 21 dicembre 1983 fu normata la figura del delegato d’impresa che veniva eletto nelle imprese artigiane con almeno 8 dipendenti. L’agibilità del delegato d’impresa era assicurata da un accantonamento sul monte stipendi fissato nel corrispettivo di due ore lavorative. Tale accantonamento poteva essere utilizzato per decisioni delle confederazioni per una migliore tutela degli interessi dei lavoratori dipendenti dall’impresa stessa, oppure per fini mutualistici attraverso gli Enti Bilaterali. Si affaccia sul punto legato alla rappresentanza il riferimento alla mutualità, che caratterizza tutto il sistema”.

“Nel successivo accordo interconfederale del 21 luglio 1988 si istituisce, appunto, la figura del delegato su indicazione dei lavoratori dipendenti delle imprese artigiane di un determinato bacino con l’attribuzione di specifiche funzioni. Per tutte le imprese che rientrano nella sfera di applicazione dei Ccnl dei settori artigiani viene previsto un accantonamento per la costituzione di un fondo per le attività legate alla rappresentanza”.

“Con lo stesso accordo interconfederale – spiega Marongiu – si prevede che non si procederà alla elezione di nuovi delegati nelle aziende. Gli stessi accordi interconfederali hanno previsto che le assemblee si svolgano di norma fuori dai locali aziendali, ma possono svolgersi anche all’interno, previo accordo tra datore di lavoro e lavoratori. Analogo sistema è in uso per la rappresentanza dei lavoratori per la sicurezza, che agisce anch’essa nella dimensione territoriale. Affrontare quindi il tema della tutela e della rappresentanza nel settore dell’artigianato non può che partire da come il sistema si è articolato”.

“Esercitare la rappresentanza sindacale nella dimensione territoriale oltre il perimetro dei luoghi di lavoro presenta notevoli aspetti di problematicità e necessita quindi anche di specifiche azioni di carattere progettuale. La funzione del delegato sindacale, in azienda, si realizza nel contatto costante e quotidiano che permette l’evidenziazione dei problemi e l’intervento diretto o attraverso le strutture sindacali per la loro risoluzione. Il fatto che la rappresentanza sia esterna alla dimensione delle aziende e dei luoghi di lavoro necessita di una specifica azione d’informazione e di promozione tra le lavoratrici e i lavoratori”.

“Chi lavora nei settori dell’artigianato, anche attraverso specifici moduli formativi previsti in altri settori, deve avere – prosegue – una adeguata informazione su come è articolato il sistema della rappresentanza sindacale e su quali sono i riferimenti per gli aspetti legati alla gestione del rapporto di lavoro e per le tematiche della salute e sicurezza. Formazione e informazione sono utili anche per la promozione delle prestazioni della bilateralità, sulle quali si registrano dati di utilizzo non omogenei tra le diverse realtà territoriali e per le quali occorre definire degli specifici piani d’intervento”.

“Nel sistema dell’artigianato – dichiara Marongiu – una parte delle tutele è affidata alla mutualità e agli strumenti definiti attraverso la contrattazione interconfederale, in considerazione della specificità delle aziende a partire dalla loro classe dimensionale. Per poter appieno esercitare la tutela anche sindacale occorre che s’investa sulla conoscenza del sistema e sulla promozione degli strumenti. Anche attraverso specifiche assemblee da tenersi nelle aziende, con carattere di periodicità, nelle quali affrontare le diverse tematiche presenti. Con l’obiettivo del proselitismo e per incrementare il livello di adesioni alle organizzazioni sindacali”.

“Questo – conclude il dirigente Cgil – anche per provare a dare attuazione all’accordo interconfederale del 23 novembre 2016 sulla rappresentanza, che prevede un’articolazione tra criteri, anche estensivi rispetto a quelli utilizzati per altri settori, ma che non può prescindere dai due principali riguardanti il dato associativo e quello elettorale. Il baricentro del sistema dell’artigianato in relazione al tema delle tutele e della rappresentanza deve essere incentrato sul lavoro, sulle lavoratrici e sui lavoratori. È un passo da compiere, dalla costruzione del sistema alla sua conoscenza, alla sua diffusione e al suo pieno utilizzo”.