Dati, numeri, la fotografia concreta del settore artigiano in Italia, lo scenario nel quale si muove l’ente bilaterale Ebna. Collettiva lo ha chiesto a Claudio Sala, responsabile Coordinamento nazionale artigiani. “Le imprese artigiane registrate alla Camera di commercio attive sono oltre un milione, 1.271.000, per la precisione, un quinto di tutte le imprese registrate, esattamente il 21,2%”.
“Le imprese artigiane attive con dipendenti sono circa 403.000, pari al 25,6% delle imprese, e impiegano circa 1.309.476 lavoratori. Il dato comprende anche l’edilizia, che occupa circa 290.000 lavoratori. Nella bilateralità artigiana, il comparto edile è presente con i soli settori del legno lapidei e degli impianti fissi”.
“Il versamento alla bilateralità artigiana, la cui natura è di origine contrattuale, viene effettuato in solido – spiega Claudio Sala ai microfoni di Collettiva – con il contributo relativo al sostegno al reddito, reso obbligatorio dalla legge finanziaria n. 234 del dicembre 2021. Il contributo relativo alla bilateralità è definito in cifra fissa, mentre la quota relativa al sostegno al reddito è in percentuale sulla retribuzione lorda imponibile ed è per tre quarti a carico dell’impresa e per un quarto a carico anche del lavoratore. Risultano iscritte alla bilateralità artigiana circa 228.000 aziende con 980.000 lavoratori”.
Gli occupati in base alle dimensioni delle aziende
Se osserviamo le fasce dimensionali, nella fascia da 1 a 5 lavoratori, le aziende sono 177.000, con 392.000 dipendenti. Nella fascia da 6 a 15 lavoratori, le aziende sono 44.000 con 399.000 dipendenti. Nella fascia da 16 a 20 lavoratori, le aziende sono 4.500 con 89.000 dipendenti. Nella fascia da 21 a 30 lavoratori, le aziende sono 1.720 con 55.000 dipendenti. Nella fascia oltre 30 lavoratori, le aziende sono 780 con 45.000 dipendenti”.
“Possiamo affermare – ci spiega il dirigente – che l’89.80% della forza lavoro è addensata in aziende che hanno da 1 a 20 lavoratori. Si noti che circa il 7% delle imprese risultano non essere artigiane (15.960) e che le stesse hanno alle loro dipendenze circa 96.000 lavoratori. Infatti oltre alle adesioni volontarie, possono aderire anche le società promosse dalle parti costituenti il fondo”.
I settori: preponderanza del manifatturiero su servizi e cura alla persona
I settori merceologici sono quello degli Alimentari e affini: le aziende sono 24.000 e i lavoratori 103.000. Terziarioo, professionisti: le aziende sono 5.100 e i lavoratori 32.500. Carta, stampa, editoria: le aziende sono 4.600 e i lavoratori 22.500. Chimica, gomma, plastica: le aziende sono 4.800 e i lavoratori 26.900. Installazione impianti edili: le aziende sono 30.900 e i lavoratori 124.000. Legno, carpenteria, arredi: le aziende sono 10.700 e i lavoratori 50.600. Lavorazione metalli, precisione: le aziende sono 65.000 e i lavoratori 319.800. Servizi vari: le aziende sono 49.000 e i lavoratori 132.000. Tessile abbigliamento, pelli: le aziende sono 13.500 e i lavoratori 80.600. Trasporti e comunicazione: le aziende sono 10.500 e i lavoratori 44.700. Altri settori: le aziende sono 14.900 e i lavoratori 43.400. Dal quadro emerge una preponderanza dei settori manifatturieri rispetto al settore servizi e cura alla persona.