Artigianato, la storia di un modello contrattuale che ha quasi quarant’anni. “Per cogliere la portata dell’accordo interconfederale del 21 luglio 1988 – ci ha spiegato Claudio Sala, responsabile Coordinamento nazionale artigianato – è opportuno contestualizzare il momento richiamando l’intesa interconfederale del 27 febbraio 1987 che lo ha preceduto. In essa si introducono e definiscono pezzi importanti del mercato del lavoro, come ad esempio la regolamentazione dei contratti di formazione lavoro e l’istituzione delle commissioni bilaterali territoriali. E si dà corpo al sistema nazionale della bilateralità artigiana, si parla di fondi integrativi volontari anche di sostegno al reddito, di politiche fiscali, di costituzione di un fondo nazionale per l’artigianato”. Ed è in questo contesto che, spiega Sala, tra i vari strumento nasce Ebna, l’ente bilaterale nazionale degli artigiani, “uno strumento a disposizione della bilateralità artigiana che eroga welfare sociale e contrattuale a lavoratori e imprese”.

“L’accordo del 21 luglio 1988 – continua – riprende il tema delle relazioni sindacali e introduce gli elementi che ne definiscono la gestione. Il percorso che ha portato all’accordo è stato travagliato: è passato per un’intesa separata sottoscritta da Cisl e Uil, poi per una mediazione del ministero del Lavoro, per approdare infine alla firma apposta in seno al Cnel, con dichiarazioni a verbale distinte nelle quali le organizzazioni sindacali definiscono autonomamente il modello di espressione della rappresentanza”.

“L’intesa riprende il tema delle relazioni che si articolano sul livello nazionale e regionale, si conferma in modo inequivocabile la titolarità contrattuale delle categorie, si definiscono le materie trattate nei singoli livelli, si concordano approcci finalizzati all’approfondimento, alla promozione e allo sviluppo del confronto, riconoscendo la reciprocità dei soggetti firmatari”.

Al contempo, continua Claudio Sala, “si prevede la costituzione a livello nazionale e regionale di un fondo di sostegno al reddito che consente di evitare numerosi licenziamenti, e agevola il decollo di un sistema di rappresentanza sindacale di bacino, alimentato dalla bilateralità. Nel fondo si stabiliscono le quote da destinare alla salvaguardia del patrimonio di professionalità di lavoro dipendente e imprenditoriale, destinando l’80% per interventi di sostegno per i lavoratori e le lavoratrici e il 20% per il sostegno delle imprese artigiane. Il tema del modello contrattuale e delle relazioni sindacali è stato successivamente rilanciato dalle intese interconfederali del 23 novembre 2016 e del 26 novembre 2020”.