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Assosistema Confindustria e Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil rendono noto che l’accordo sul dumping contrattuale è operativo e a novembre si svolgerà il primo incontro nazionale per definire le modalità d’intervento, i tavoli di lavoro a livello territoriale e il coinvolgimento dell’Ispettorato nazionale del lavoro competente per territorio. Le parti sociali hanno ricevuto da parte di Ebli, l’Ente bilaterale del settore, la prima relazione sulla concorrenza sleale e sul dumping contrattuale nel settore delle lavanderie industriali che operano in ambito sanitario e turistico - alberghiero, all’interno della quale sono evidenziate e suddivise per territorio situazioni aziendali fortemente al limite nella gestione del personale e del modello industriale, con l’unico fine di ridurre il costo del lavoro alterando cosi il mercato e la libera concorrenza.
“Il lavoro è frutto dell’accordo di programma sottoscritto dalle parti il 4 febbraio 2020 e recepito nell’accordo di rinnovo del 5 gennaio scorso – dichiarano le parti sociali ,– che prevede un’analisi dettagliata dell’intero settore attraverso delle chiavi di lettura come l’applicazione del ccnl, il costo del lavoro e dei servizi in riferimento al fatturato che offrono quindi la possibilità di vedere in maniera chiara a noi parti sociali le situazioni di possibile dumping e concorrenza sleale”. Tali fenomeni non sono stati esaminati al fine di rilevare direttamente fattispecie di illecito, bensì lo scopo della relazione ha messo in risalto alcuni campanelli di allarme utili a sensibilizzare, nonché facilitare, le operazioni di controllo da parte degli organi ispettivi.
“Il prossimo passo sarà quello di dare avvio alle interlocuzioni tra le nostre strutture e le istituzioni pubbliche, in particolar modo con gli ispettorati territoriali del lavoro, per segnalare i fenomeni distorsivi che sono emersi nel settore e contrastare insieme il diffondersi di pratiche che inquinano il settore e che mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende operanti nel rispetto delle leggi e dei propri lavoratori”, concludono le parti sociali.