Per le lavoratrici e i lavoratori del Lazio, l’anno è iniziato con meno assunzioni, più precarietà e più part-time. A stabilirlo sono i dati Inps dell'Osservatorio sul mercato del lavoro elaborati dalla Cgil di Roma e Lazio e relativi al primo trimestre dell'anno in corso.

I numeri

In una nota del segretario generale Natale Di Cola si legge: "Tra gennaio e marzo le nuove assunzioni sono state 218.716, l'8 per cento in meno rispetto l'anno precedente, e il saldo con le variazioni contrattuali e le cessazioni dei rapporti di lavoro è pari a 57.420, in calo del 10 per cento sia per la contrazione delle assunzioni che per la riduzione delle variazioni contrattuali che coinvolgono quasi esclusivamente i rapporti full time. Infatti, delle assunzioni effettuate nei primi tre mesi del 2024, il 34,5 per cento è un part time, in aumento di 2,5 punti percentuali. Guardando alle tipologie contrattuali, mentre i contratti stabili riguardano meno di un'assunzione su 5 e i rapporti a tempo determinato oltre il 54 per cento, aumenta il ricorso al lavoro in somministrazione (10 per cento), ai contratti stagionali (7 per cento) e intermittenti (5 per cento)".

Il commento del sindacato

"Seppur parziali - sottolinea il segretario della Cgil Roma e Lazio - sono dati che preoccupano rispetto allo stato di salute del tessuto economico e produttivo della nostra regione. Dati che non evidenziano nessuna inversione di tendenza ma l'acuirsi dei mali del lavoro, tra part time involontario e forme di precarietà più spinte. È tempo che si apra una discussione profonda e coraggiosa sul modello di sviluppo della Capitale e della Regione Lazio per uscire dalla stagnazione economica e creare occupazione stabile, sicura, dignitosa e tutelata anche in vista del Giubileo – conclude Di Cola – che deve tramutarsi in un'importante occasione per risanare il mercato del lavoro del nostro territorio".