Il Tribunale di Bologna ha condannato otto lavoratori della logistica a 10 mesi di reclusione per reato di mobbing e violenza privata nei confronti di un loro collega di lavoro, nonché delegato Filt Cgil. Si tratta della sentenza di primo grado, nella quale sono stati riconosciuti anche l’aggravante delle più persone riunite, il reato di lesioni consistite in ‘stress da mobbing’ e il riconoscimento di 15mila euroa titolo di risarcimento a favore del lavoratore costituitosi parte civile.

I fatti

Secondo quanto reso noto anche da un comunicato della Filt Cgil di Bologna, il lavoratore e rappresentante sindacale del magazzino Palletways di Sala Bolognese ha denunciato nel 2016 di subire una vera e propria persecuzione da parte dei colleghi di altre organizzazioni sindacali. Alcune delle persone condannate avevano infatti un ruolo significativo nel sindacato Si Cobas e attualmente sono delegati Si Cobas e Usb. La Filt evidenzia inoltre un fattore di rilievo: “le aziende che si sono succedute nell'appalto di logistica del magazzino e la stessa multinazionale inglese che aveva assunto tutti gli addetti dal 2017 non hanno tutelato il lavoratore, anzi, e in più occasioni hanno sospeso dall'attività la vittima di queste violenze gratuite e inaudite per evitare scioperi o boicottaggi da parte dei lavoratori risultati oggi condannati con sentenza di primo grado del Tribunale penale di Bologna”.

Il punto

Carlo Parente, coordinatore della Filt Cgil Bologna,  commentando positivamente la sentenza di primo grado, sottolinea come la questione non sia di carattere esclusivamente giudiziario: “È importante che ci si intenda tutti sull’esistenza di uno stato di diritto e un quadro di regole condivise, perché certi comportamenti vanno contrastati a tutti i livelli e da tutte le organizzazioni sindacali. Una vicenda e una pena così pesante penalizza tutti e non inquadrare la vicenda complessivamente è sbagliato”. Parole dettate anche dal perdurare dei comportamenti denunciati e dal loro non essere un caso isolato.

"Non è scontro tra sindacato 1 e 2 – prosegue Parente - . Chiediamo a tutti di rispettare le regole e un’opera di contrasto da parte di chi può farlo anche attraverso gli organi di rappresentanza. Da parte datoriale si minimizza, talvolta si tollera e, in alcuni casi estremi, vi è collusione con i comportamenti illeciti. In questo modo si fa un danno ulteriore anche a chi, per passione, vuole costruire buone relazioni sindacali favorevoli al lavoro. Riscontriamo invece un silenzio che non è lotta sindacale e libertà di espressione, ma è violenza. Chi conosce bene questo lavoratore sa che non si tratta di semplice contrasto di opinioni. Se si andrà in appello, ci aspettiamo anche un perdurare della situazione, motivo per il quale bisogna usare il buonsenso per evitare il peggioramento dei rapporti tra persone che ancora lavorano insieme”.

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In data 01/12/2023 è arrivata nella mail di redazione una richiesta di rettifica da parte di Palletways Italia S.p.A che copiamo e incolliamo integralmente:

In relazione agli articoli di stampa che hanno riportato la notizia della sentenza non definitiva del Tribunale di Bologna, sul caso del Sig. Zanellati, Palletways Italia S.p.A, precisa che:

a. la sentenza penale, non definitiva, che riguarda la vicenda del Sig. Zanellati, è inerente a fatti accaduti nel passato, precedentemente all'internalizzazione dei lavoratori addetti al magazzino e quando conseguentemente, Palletways non era datore di lavoro né legittimata ad esercitare alcun potere disciplinare sulle persone interessate, non potendo avere, peraltro, la giusta contezza degli episodi, né delle particolari caratteristiche del rapporto di lavoro di ognuno;
b. non sono mai stati segnalati a Palletways fatti specifici che potessero integrare soprusi, prevaricazioni, insulti e/o aggressioni, né altre condotte riferibili ad un presunto mobbing. Riguardo alle cautele adottate, è evidente che, una volta appresi i contorni della vicenda nel febbraio 2020, la società si è immediatamente prodigata al fine di evitare i paventati disagi, con ogni mezzo possibile, tra cui anche il mantenimento di orari e luoghi separati tra i soggetti interessati, così da scongiurare che episodi simili potessero verificarsi. Ad ogni modo, risulta che anche in precedenza il Signor Zanellati, adibito esclusivamente ai turni di giorno, avesse ben poche occasioni di incontrare i colleghi condannati dal Tribunale di Bologna, la maggior parte dei quali era addetta al turno di notte;
c. Palletways Italia S.p.A. non intende (e mai ha inteso) in alcun modo soprassedere dal garantire ogni cautela in tema di sicurezza dei propri lavoratori. La tutela e la salvaguardia della salute psicofisica degli stessi è obiettivo primario della Società che non accetta una sua limitazione ovvero, ancora peggio, che possa essere oggetto di speculazione da parte di chiunque;
d. Nelle occasioni in cui la dirigenza venga a conoscenza di mancanze o di comportamenti anche solo irrispettosi posti in essere dai lavoratori, non esita a procedere con la contestazione dei relativi addebiti ed eventualmente, con l'adozione degli adeguati provvedimenti disciplinari.