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La Corte d'appello di Bologna, in data 21 settembre 2021, ha emesso una sentenza storica riguardante la causa per comportamento antisindacale, intentata dalla Fiom Cgil di Modena, nei confronti della società Crp, o meglio delle tre società a marchio Crp, Crp meccanica, Crp service e Crp technology. La società Crp Technology Srl infatti nel 2010 aveva deciso di dividere formalmente la propria azienda in 3 differenti 'sotto ditte', appunto Crp Meccanica, Technology e Service.
Fin da subito, la Fiom aveva evidenziato, anche a mezzo stampa, come questa operazione pur non comportando alcuna modifica dal punto di vista dell’assetto produttivo, avrebbe al contrario comportato gravi lesioni dei diritti sindacali dei lavoratori poiché due delle tre newco avrebbero avuto meno di 15 dipendenti e dunque sarebbero state sia prive dei diritti sindacali quali la elezione della Rsu, sia prive della tutela dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, nonché del diritto ad alcuni ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione straordinaria ecc…
La richiesta della Fiom è stata fin da subito che Crp venisse riconosciuta come unico centro di imputazione dei rapporti di lavoro al di là delle modifiche societarie effettuate dalla proprietà. La Corte d’appello di Bologna ha riconosciuto l’antisindacalità della condotta posta in essere da Crp, 'ribaltando' la sentenza di primo grado che, a onor del vero, nelle motivazioni non dava un'interpretazione netta sul tema, riconoscendo la primogenitura giuridica della materia in sede giudiziaria.
Con la sentenza della Corte, ora Crp torna, dal punto di vista sindacale, ad essere appunto considerata a tutti gli effetti un unico centro di imputazione del rapporto di lavoro. D’ora in avanti le tre aziende avranno un'unica Rsu e tutti i dipendenti saranno considerati dal punto di vista dei diritti sindacali parte della stessa unica azienda.
“E’ una sentenza storica che apre un precedente importante a livello nazionale. Troppo spesso i lavoratori si vedono privati dei propri diritti tramite espedienti che passano attraverso modifiche societarie”, commentano Stefania Ferrari e Paolo Brini, della Fiom di Modena.