Non si arresta la crisi della Edim, azienda automotive della multinazionale tedesca Bosch. Nell’incontro di mercoledì 19 febbraio l’azienda ha reiterato che permane la necessità di ridurre di 100 unità il personale nei due stabilimenti di Quero (Belluno) e Villasanta (Monza Brianza), che consta complessivamente di 380 dipendenti, attualmente in cassa integrazione fino al febbraio 2026.

Durante l’incontro la Edim ha informato sindacati e Rsu che il fatturato continua a calare sensibilmente: registrando una perdita del 16 per cento a gennaio e del 30 a febbraio, con una stima di arrivare al meno 50 per cento a giugno 2025. Da qui, vista la situazione fortemente negativa, l’offerta di incentivi all'esodo volontario che però sono stati ritenuti economicamente insufficienti dalle organizzazioni dei lavoratori.

“La nostra priorità è sempre stata il mantenimento del sito produttivo di Quero, insieme alla salvaguardia dell’occupazione”, ha dichiarato il segretario generale Fiom Cgil Belluno Stefano Bona: “Tenuto conto della situazione economica fortemente compromessa è chiaro che le eventuali uscite volontarie devono essere accompagnate da incentivi adeguati. Inoltre, l’eventuale cessione dovrà garantire, oltre che la tenuta nel lungo periodo, anche nuovi investimenti e il rilancio del sito con precise garanzie richieste anche da Bosch”.

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Sul fronte della possibile cessione, ha concluso Bona, è stato reso noto che “quattro dei sei potenziali acquirenti, che sono purtroppo tutti fondi d’investimento, proseguiranno con la due diligence, cioè il processo di investigazione messo in atto per analizzare il valore e le condizioni di un’azienda allo scopo di determinare l’opportunità, in questo caso, di un’acquisizione. Questo dato è l’unica nota minimamente positiva, perché dimostra che potrebbe esserci un reale interesse per una futura possibile cessione”. Il prossimo vertice tra azienda e sindacati si terrà il 6 marzo a Belluno, presso la sede locale di Confindustria.