Ancora crisi nel settore automotive e nuovi esuberi alla Kemet Electronics Italia di Sasso Marconi (Bologna). L’azienda, a sorpresa, il 19 dicembre scorso ha dichiarato di aver fatto nuovamente domanda di cassa integrazione ordinaria per quattro settimane, a partire da gennaio. “Alla nostra richiesta di spiegazioni – dicono Fiom Cgil, Fim Cisl e Rsu aziendale – ha affermato che al momento su 278 dipendenti sono stimati 120 esuberi in quasi tutte le aree dello stabilimento, ma soprattutto nei reparti produttivi”.

Leader nella produzione di condensatori e di altri componenti elettronici, fino a 20 anni fa l’azienda (che all’epoca si chiamava Arcotronics) contava ben 1.200 dipendenti. Acquisita nel 2007 dalla multinazionale statunitense Kemet, ha visto via via susseguirsi difficoltà e relative ristrutturazioni. Attualmente il suo cliente principale è la Marelli, azienda a propria volta travolta dalla crisi del gruppo Stellantis e del settore automotive in generale.

Sindacati: “Mancano investimenti e piani industriali”

“La Kemet è un’importante realtà industriale che ormai da molti anni è coinvolta in numerosi processi di riorganizzazione, anche a seguito delle profonde trasformazioni dell’automotive”, proseguono le due sigle: “Come in tante altre aziende del comparto, le lavoratrici e i lavoratori Kemet subiscono da tempo la mancanza di politiche industriali e di interventi, sia aziendali sia pubblici, mirati a rilanciare il settore”.

Fiom e Fim evidenziano che, stando alle dichiarazioni dell’azienda, questo preoccupante stato di crisi è provocato “dalla costante diminuzione di ordini, che ha assunto un carattere di strutturalità”. Ma le criticità dell’azienda, aggiungono i sindacati, confermano che la crisi “non dipende affatto dalla transizione ecologica in atto, ma da un’evidente assenza di investimenti e di piani industriali non all’altezza dei cambiamenti del mercato”.

Rsu e sindacati hanno dunque convocato le assemblee, in sciopero, per informare le lavoratrici e i lavoratori della situazione e dei possibili sviluppi. "Abbiamo anche comunicato alla direzione aziendale – concludono Fiom e Fim – la nostra intenzione di intraprendere tutte le azioni opportune, coinvolgendo anche le istituzioni locali, per tutelare tutti i dipendenti”.