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La Cris Conf di Fidenza, azienda proprietaria del marchio Pinko, è da tempo al centro di una crisi finanziaria che ha portato alla richiesta di una composizione negoziata della crisi, attivata nei mesi scorsi per cercare una soluzione alla difficile situazione economica. Il tribunale di Parma ha concesso una moratoria per evitare azioni di rivalsa da parte dei creditori, ma il termine scadrà il prossimo 18 febbraio.
Negli ultimi mesi, le organizzazioni sindacali hanno ripetutamente chiesto all’azienda di abbigliamento, borse e accessori di alta gamma rivolti a un pubblico femminile un confronto chiaro sulle prospettive per i 500 dipendenti, esprimendo preoccupazione per le ricadute occupazionali e le possibili conseguenze sulle condizioni lavorative. L’azienda ha avviato un piano di risanamento, ma non ha ancora fornito risposte precise sul futuro della produzione e dei lavoratori.
Di fronte a questa incertezza, i sindacati ribadiscono l’urgenza di un incontro con il management. “È necessario aprire un tavolo di confronto il prima possibile per comprendere quali saranno le scelte adottate dalla Pinko per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori”, dichiarano le segreterie nazionali di Filctem Cgil e Femca Cisl.
“Siamo preoccupati – proseguono le organizzazioni sindacali – per le conseguenze che i percorsi di risanamento avviati dalla società stanno avendo e potranno avere in futuro sull’occupazione e sulle condizioni dei dipendenti. Anche alla luce delle possibili scelte che, dopo il 18 febbraio, potrebbero adottare i creditori”.
“Per questo – continuano Filctem e Femca – pretendiamo dall’azienda, oltre ai dovuti livelli di informazione e coinvolgimento, la disponibilità a un confronto reale, teso a individuare tutte le soluzioni più opportune per rendere questa crisi il meno impattante possibile sul personale coinvolto. Non lasceremo le lavoratrici e i lavoratori soli, seguiremo la vertenza con tutto l’impegno necessario”, concludono le segreterie nazionali di Filctem Cgil e Femca Cisl.