Altra fumata nera: è quella che si è levata oggi dal tavolo aperto all’Aran per il rinnovo del contratto dei lavoratori e delle lavoratrici degli enti locali. Fp Cgil e Uil Fpl hanno spiegato il loro no alla sigla dell’accordo affermando: “Difendiamo la dignità dei lavoratori. Servono più risorse”.

I lavoratori e le lavoratrici delle funzioni locali

Di chi parliamo? Intanto dei lavoratori e delle lavoratrici pubbliche meno pagati in assoluto. Sono gli operatori della polizia locali, sono gli educatori e le educatrici a cui affidiamo i bimbi e le nbimbe che trovano posto nei nidi. Ancora, sono gli amministrativi, i tecnici, i demografi, gli assistenti sociali che si occupano dei cittadini e delle cittadine più in difficoltà. Tutti e tutte loro hanno salari e stipendi molto bassi e insieme alle organizzazioni sindacali che li rappresentano speravano davvero che fosse la volta buona per riconoscere professionalità e impegno.

E invece, dicono Fp Cgil e Uil Fpl, “il governo ancora una volta mortifica la dignità dei lavoratori pubblici. Stavolta è il turno dei dipendenti delle funzioni Locali, un comparto dove il reddito medio è più basso, che devono fare i conti con l’insufficienza di risorse stanziate nelle leggi di bilancio per coprire il triennio 2022/242”.

Perché non si è firmato

E allora ecco spiegato perché la firma non è arrivata. Aggiungono infatti le categorie dei lavoratori pubblici di Cgil e Uil in una nota: “Abbiamo ribadito anche oggi che non ci sono le condizioni per sottoscrivere un’ipotesi che non fornisce risposte al tema centrale: aumentare lo stipendio tabellare. Questo comparto ha una pluralità di figure e servizi che hanno bisogno di strumenti di valorizzazione professionale che la bozza di Ccnl presentata da Aran non contiene a causa dell’assenza di risorse disponibili. Ciò crea frustrazione nelle lavoratrici e nei lavoratori di un comparto che già soffre per la carenza di personale e i bassi salari. In questa ipotesi di contratto, ancora, non si vede nulla per Province, oggetto di profonde riforme, Avvocatura, Camere di Commercio e Piccoli Comuni”.

Quando messo sul tavolo dal Governo

Il governo ha proposto un aumento del  5,78%, ben lontano dall’inflazione al 16,5% nel triennio di riferimento. Cosa significherebbe nelle buste paga? È presto detto:
Area Funzionari ed elevate qualificazioni: aumento lordo euro 141,5 euro; aumento decurtata l’Indennità di vacanza contrattuale (Ivc) 67,04 euro; aumento netto circa 38,70 euro.
Istruttori: aumento lordo euro 130,41; aumento decurtata l’Ivc 61,80; aumento netto circa 42,26.
Operatori esperti: aumento lordo 116,03; aumento decurtata l’Ivc 54,97; aumento netto circa 37,59.
Operatori: aumento lordo 111,45; aumento decurtata l’Ivc 52,78; aumento netto circa 36,09.

Quel che risulta davvero sorprendente è il fatto che ci si meravigli della difficoltà a trovare chi voglia andare a lavorare in quei ruoli, così come negli altri del comparto pubblico a cominciare dalla sanità, visto la scarsità di salario e spesso condizioni di lavoro assai gravose tanto più vista la cronica carenza di organico.

Le richieste dei sindacati

“Chiedevamo – aggiungono Fp Cgil e Uil Fpl - di costruire un sistema di incentivazione e incarichi che riconoscesse le specificità, ma neanche il salario accessorio può dare risposte a causa dei blocchi al tetto del 2016 che il Governo si ostina a non rimuovere. Per queste ragioni abbiamo giudicato ancora non sottoscrivibile la bozza di contratto non cedendo al ricatto ‘bere o affogare’”. “In una trattativa – proseguono i sindacati - se la parte sindacale dichiara a quella datoriale che non ci sono le condizioni si tenta di trovare un nuovo equilibrio ascoltando le ragioni degli altri. Ed è quello che per noi va fatto”.

Tagli su tagli

Negli anni gli enti locali sono quelli che hanno subito i tagli forse maggiori e anche quest’anno non è andato affatto bene. Solo con la manovra 2025 sono 3 miliardi e 700 milioni. Per questo i sindacati aggiungono: “Gli enti locali hanno subito pesanti tagli e per questo il governo ha una responsabilità doppia nei confronti di questo comparto che rischia di essere il più penalizzato. Bisogna ricordare che un anticipo è stato già erogato, quindi gli aumenti reali sarebbero davvero bassissimi. In più, non ci sono risorse per le progressioni e non è prevista l’area dell’elevata qualificazione. Ci viene allora da fare una domanda al ministro Zangrillo: ma che gli hanno fatto di male i lavoratori delle funzioni locali per essere così penalizzati? Noi certamente non accetteremo compromessi al ribasso. Per noi la battaglia va avanti, per difendere la dignità e la professionalità dei lavoratori degli enti locali”.

Il governo dice no

Cosa è successo questa mattina? Purtroppo la ripetizione di quanto successo con il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali e della Sanità: “L’Aran ha ribadito la chiusura netta del ministro Zangrillo ad aprire il confronto sulle risorse dichiarando di fatto la volontà del governo di non voler arrivare ad una soluzione sulle risorse, ed è paradossale che alcune organizzazioni sindacali confederali al tavolo abbiano dichiarato di condividere questa impostazione anche se non fornisce risposte adeguate. Evidentemente c’è chi deve rispondere al governo. Noi Cgil e Uil scegliamo di rispondere ai lavoratori delle funzioni locali”, concludono le sigle.