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“Il disegno di legge sulla libertà sindacale del personale militare approvato dal Senato è sbagliato: siamo di fronte all’impedimento di qualsiasi forma di rappresentanza libera e viene disegnato un sindacato isolato, depotenziato e condizionabile”. Così il segretario confederale della Cgil Giuseppe Massafra commenta il via libera di Palazzo Madama al ddl recante "Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo".
“Se il testo a suo tempo approvato alla Camera era insoddisfacente – sostiene il dirigente sindacale – quello che esce dal Senato è assolutamente irricevibile, in quanto distante sia dalle reali esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del settore sia dalle stesse indicazioni dettate dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha reso possibile la formazione di veri sindacati nelle Forze armate ponendo solo i limiti del dettato costituzionale”.
“Il disegno di legge – ribadisce Massafra – è sbagliato proprio nel suo impianto di partenza, laddove colloca la materia delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa in una posizione impropria”. Il segretario confederale della Cgil spiega quindi i nodi critici del provvedimento. “L’individuazione della giurisdizione amministrativa anziché quella del giudice del lavoro per la risoluzione delle controversie in materia di lavoro determina una condizione nella quale al militare non viene riconosciuto lo status di lavoratore; il controllo triennale del Ministero della Difesa sugli statuti delle associazioni sindacali prefigura un’ingerenza permanente nell’autonomia del sindacato”.
Inoltre “il divieto di avere rapporti di carattere organizzativo e convenzionale con associazioni sindacali diverse da quelle costituite tra militari evidenzia la volontà di impedire la crescita dei sindacati militari impedendo loro di fruire anche dei servizi garantiti ai lavoratori tutti dalle organizzazioni sindacali confederali; e la previsione che i Cocer continuino a esercitare anche la funzione di partecipazione alla concertazione per il rinnovo dei contenuti del rapporto di lavoro è un mancato riconoscimento dell’esercizio dell’attività sindacale, che esclude i sindacati militari dal tavolo per il rinnovo contrattuale aperto in queste settimane presso il Ministero della Pubblica amministrazione”.
“Il muro che viene alzato tra le organizzazioni sindacali militari, il mondo militare nel suo insieme e il resto del contesto sindacale e, più in generale, del contesto sociale, economico, culturale del Paese – prosegue Massafra – stride con i valori democratici del nostro ordinamento. Le Forze dell'ordine e le Forze armate sono istituzioni che devono vivere all'interno di una società complessa e ne devono essere parte integrante. La politica – aggiunge – deve cambiare il proprio approccio verso questo mondo complesso evitando l’appoggio a posizioni che rivendicano una necessaria separatezza in nome di una malintesa ‘neutralità’ e ‘coesione interna’ che rischia di diventare sostegno a propositi corporativi".
Per la Cgil “occorrono urgentemente interventi profondi capaci di conquistare trasparenza e di rendere pienamente esigibile l'agire sindacale, con i limiti che la Costituzione indica, e riconoscere al sindacato il ruolo di presidio democratico e di tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori in divisa che trovano in queste organizzazioni il luogo idoneo per la completa affermazione dei diritti riconosciuti dalla Carta anche nell'ambito militare”.
"Per quanto ci riguarda – annuncia in conclusione Massafra – se il testo non sarà modificato alla Camera ricorreremo di nuovo alla Corte Costituzionale e alla Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Non ci fermeremo e saremo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa”.