La Cgil genovese lancia un’esortazione alle istituzioni e prima traccia la realtà con la quale la il capoluogo ligure e i suoi abitanti si confrontano: “Genova ha sempre meno abitanti e una età media sempre più avanzata. I settori economici a basso valore aggiunto come servizi, terziario e turismo sono predominanti e sono i settori dove maggiormente il lavoro è precario, povero e con larghe sacche di irregolarità. Nell’industria continuano le grandi vertenze alle quali se ne affiancano di nuove e i giovani sempre più spesso scelgono altre città per costruire il proprio futuro.

Genova, tra le grandi città del Centro-nord, è tra quelle con il tasso di occupazione più basso e il pil pro capite aumenta in modo contenuto quasi esclusivamente in conseguenza al calo demografico di oltre 36 mila abitanti tra il 2014 e il 2021. Questa è la realtà: non basta spargere ottimismo per invertire una rotta ormai intrapresa da troppo tempo".

Il sindacato chiede che le istituzioni affrontino “i problemi in modo maggiormente costruttivo per dare risposte serie e concrete a lavoratrici e lavoratori e cittadini, decidendo quale tipo di sviluppo si vuole dare al territorio a partire dalle grandi opere, portuali e non, e a quanta e quale tipo di occupazione questi cantieri potranno generare”.