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Lo sciopero nazionale dei trasporti, il nodo infrastrutture, la manutenzione del territorio, la filiera industriale del turismo, i tavoli negoziali col governo, la nuova legge di bilancio, la legalità, l’autonomia differenziata. Sono tanti i temi trattati da Vincenzo Colla, vicesegretario generale della Cgil, stamattina ai microfoni di "Italia Parla", la rubrica di RadioArticolo1.
“Il nostro sistema dei trasporti è fragile e arretrato, soprattutto nei comparti del tpl e della logistica, dove vanno garantiti i lavoratori sotto forma di contratti, salari e tutele, mettendo nel contempo le imprese in grado di competere con gli altri partner europei, perché senza trasporti moderni ed efficienti il Paese non potrà mai ripartire. Così come da riammodernare sono le infrastrutture, dal ponte Morandi alla E45, alla ferrovia adriatica, dove da Bari ad Ancona si viaggia ancora a binario unico”, ha esordito il dirigente sindacale.
“Sulla carta, abbiamo la grande opportunità di avere l’Italia in veste di hub per Asia e Africa, dove si sta muovendo tutta la logistica col raddoppio del Canale di Suez. Siamo al centro del mar Mediterraneo, ma non abbiamo interporti di collegamento con il porto di Gioia Tauro, dimenticando che la logistica è un’idea di mobilità delle persone, ma anche delle merci. Per non parlare di Alitalia, che malgrado i 21 milioni di turisti che ogni anno arrivano solo a Roma, non riesce a uscire dalla crisi e non investe sulle lunghe tratte di collegamento. Un’assurdità, se consideriamo che trasporto aereo e turismo sono una filiera industriale che equivale al 15% del Pil”, ha detto l’esponente Cgil.
“Fare sistema, stabilire le priorità del Paese, sbloccare le risorse a disposizione, partendo dalla creazione di lavoro. La nostra strategia va in quella direzione e questo è quello che andremo a dire agli incontri col governo. Le nostre mobilitazioni, dagli edili ai pensionati, dal commercio all’agroalimentare, sono tutte riuscite: abbiamo risposto al contratto di governo e a quota 100, decreto dignità e reddito di cittadinanza con la piattaforma unitaria e le nostre iniziative cominciano a convincere la gente. Quando parleremo di fisco, diremo che la flat tax è una tassa ingiusta, che la progressività è importante e che dobbiamo colpire l’evasione”, ha osservato il sindacalista.
“Durante la trattativa, diremo che lo stesso contratto di governo è superato, in vista della nuova legge di stabilità. C’è bisogno di un nuovo contratto, da fare stavolta con le organizzazioni sindacali che rappresentano milioni di persone. Nello stesso tempo, occorrono investimenti per 50 miliardi, considerando che quasi la metà ne servono per la sterilizzazione dell’Iva. Senza dimenticare che c’è bisogno di risorse per la legalità per recuperare il controllo del territorio - non solo il Sud - in mano alle mafie. Dobbiamo giocare la partita del lavoro dignitoso, superando il decreto appalti che liberalizza il massimo ribasso, a tutto vantaggio della criminalità organizzata, lasciando poi stare l’autonomia differenziata, perché non ci sono le condizioni politiche per avviare una discussione seria su questo tema. Per fare una buona autonomia, ci vuole uno Stato forte, sapendo che alcune linee sono indispensabili, scuola, sanità, sicurezza devono essere di Stato, così come le tasse. Solo partendo da questi principi, si può fare un discorso sul decentramento, non basta il taglio agli enti locali", ha concluso il vicesegretario generale Cgil.