"Siamo convinti che senza un'attività produttiva solida, forte, radicata nel territorio, innovativa non possa esserci nessun progetto di rinascita del Mezzogiorno". Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli, Walter Schiavella, intervenendo all'incontro promosso dalla Camera del lavoro metropolitana con i delegati del settore industria.
"Oggi abbiamo voluto costruire un livello di condivisione più ampio, offrendo una sede di confronto e di discussione ai nostri delegati delle aziende che rappresentano varie situazioni emblematiche, dalle aziende in crisi a quelle che rappresentano eccellenze produttive. Abbiamo bisogno di ricostruire un livello di condivisione, conoscenza, solidarietà, che definisca il presupposto per quella contrattazione inclusiva che vogliamo sviluppare nella nostra azione negoziale, a partire dal prossimo autunno. Un'azione che è sostanzialmente la declinazione dal versante politico e negoziale del progetto di reinsediamento nel territorio e nelle periferie che la Cdlm di Napoli sta mettendo in atto", ha aggiunto il dirigente sindacale.
"L’industria al Sud – ha ricordato Raffaele Paudice, della segreteria Cgil Napoli – è stato un fattore decisivo di sviluppo e di coesione sociale, non solo economico. La desertificazione rende tutto il Paese più instabile, figlio delle paure e mette a rischio la tenuta democratica. L’idea di politiche affidate ai singoli territori, regione per regione, prive di una visione complessiva, è stato uno dei fattori decisivi nella mancata risposta alle chiusure delle gradi aziende. Solo riprendendo una visione complessiva del Mezzogiorno, puntando, grazie all'innovazione tecnologica, su un'industria non più nemica dell’ambiente, possiamo dare un futuro al meridione".
"Napoli e la Campania – ha sottolineato il segretario confederale Cgil, Emilio Miceli – sono, insieme a Taranto, uno dei due grandi punti di crisi del Mezzogiorno. Il rischio di una fuga in massa, di una forte delocalizzazione, è un rischio vero, e se non si guarda la crisi industriale di questo Paese attraverso Napoli e la Campania, si rischia di non comprenderne la portata e gli stessi effetti. C'è bisogno di rimettere al centro la questione del Mezzogiorno, perché la crisi industriale oggi è essenzialmente una crisi d'insediamenti industriali nel Sud, d'imprese che chiudono o che intendono trasferirsi. Abbiamo bisogno di costruire, a partire da qui, una grande risposta, perché questo è il punto di crisi decisivo".