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Si è tenuta oggi a Bologna l'assemblea dei delegati metalmeccanici artigiani, alla presenza dei segretari generali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, che ha definito la piattaforma per il rinnovo del Ccnl 2023-26 dei compartii metalmeccanica, installazione di impianti, orafi, argentieri, odontotecnici e restauro dei beni culturali. Le richieste saranno presentate alle controparti datoriali dopo il voto dei lavoratori attraverso referendum, che si concluderà il 28 aprile prossimo. Il settore artigiano metalmeccanico comprende oltre 123.000 aziende che occupano 505.000 addetti. Dopo il rallentamento dovuto alla pandemia,
Nel 2022 il settore è ritornato a livelli di Pil pre-crisi e le previsioni per il 2023 prevedono un trend di ulteriore crescita. A fronte di queste prospettive e della pesante situazione inflattiva attuale, tenuto conto del consistente differenziale sui minimi salariali rispetto agli altri contratti metalmeccanici, viene richiesto per il 2023 un aumento, in linea con quanto si definirà nei Ccnl metalmeccanici di grande e piccola industria e per il triennio 2024-26, un incremento salariale del 12%. In aggiunta a ciò, vengono richiesti il riconoscimento una tantum di 250 euro di Flexible benefit e ulteriori 250 euro annui nel caso non sia presente la contrattazione regionale. Inoltre, si richiede di introdurre, come negli altri contratti del settore, una clausola annuale di salvaguardia dei salari.
Per quanto riguarda le richieste non salariali, le rivendicazioni presenti in piattaforma richiedono miglioramenti di quanto già previsto su: diritto di assemblea in azienda, sicurezza e ambiente, formazione professionale (con particolare attenzione alla formazione continua certificata e la richiesta di elevare a 24 il diritto individuale formativo), malattie brevi e di lunga durata, previdenza complementare, utilizzo del part-time, maternità e congedi, ferie e Par solidali, facilitazioni per i lavoratori immigrati. Viene richiesto inoltre di completare il processo di unificazione normativa tra i vari comparti dell’artigianato metalmeccanico iniziato nell’ultimo rinnovo contrattuale.
Intervenendo all’assemblea nazionale dei metalmeccanici artigiani i leader di FIm, Fiom e Uilm hanno dichiarato: Roberto Benaglia, segretario generale Fim: “Questo rinnovo contrattuale dell’artigianato deve segnare un grande salto di qualità nelle relazioni e nel riconoscimento del valore del lavoro, in un mondo comunque moderno e fortemente esteso nella categoria dei metalmeccanici. Vogliamo affrontare i temi critici che anche in questo settore si stanno rilevando decisivi: il futuro delle competenze, il futuro della bilateralità e delle tutele e per la sostenibilità del lavoro e soprattutto la difesa del potere d’acquisto dei lavoratori in un’epoca di alta inflazione. La categoria dei metalmeccanici rimette al centro le tutele di lavoratori spesso invisibili che sono invece decisivi per l’intera tenuta il valore del settore manifatturiero del nostro Paese”.
Michele De Palma, segretario generale Fiom “Unire le lavoratrici e i lavoratori è l’obiettivo della piattaforma, a partire dagli aspetti salariali. La piattaforma mette al centro importanti miglioramenti sul salario per riallineare le retribuzioni dell’intero settore metalmeccanico e impedire la competizione tra i lavoratori, che penalizzano soprattutto quelli del settore degli artigiani, spesso operanti nelle stesse filiere produttive, rispetto a quelli della piccola e grande industria. Le lavoratrici e i lavoratori del settore artigiano e le imprese sono cresciuti, rispetto all'ultimo rinnovo del 17 dicembre 2021, e questo è un segnale positivo per il nostro sistema industriale"
Rocco Palombella, segretario generale Uilm “Con la nostra piattaforma vogliamo dare risposte concrete ai lavoratori che stanno soffrendo le difficoltà causate dall’inflazione record. Per questo al centro delle nostre proposte abbiamo voluto mettere gli aumenti salariali, oltre ad altre misure specifiche sulla formazione, flexible benefit e inquadramento professionale. Gli artigiani metalmeccanici rappresentano il secondo contratto nazionale della nostra categoria, la spina dorsale e l’eccellenza del made in Italy del settore industriale. Per questi motivi il contratto nazionale ha un significato maggiore, di tutela e garanzia del lavoro e dei lavoratori".