Venerdì 12 luglio si è fnalmente conclusa la difficile vertenza sindacale che ha salvato il call center di Funo di Argelato (Bo). L’arresto dei vertici della holding Altea a marzo, con il conseguente blocco della liquidità della sua controllata Lct Igea, era già costato il posto di lavoro a centinaia di lavoratori di molte altre sedi e appalti e le 43 lavoratrici e lavoratori di Funo rischiavano di fare la stessa fine.
"Grazie a una lunga mobilitazione che ha visto due scioperi, un presidio davanti al municipio di Argelato e l’apertura del tavolo di salvaguardia presso la Cità Metropolitana di Bologna - spiega Giulia Santoro, segretaria generale della Slc Cgil di Bologna - è stato firmato un accordo inizialmente insperato, che garantisce il lavoro fino alla fine della commessa del servizio clienti del fondo sanitario RBM/Previmedical nel dicembre del 2020, impegnando il nuovo appaltatore individuato dal commitente Gap a proseguire l’impegno a Funo anche oltre quella data, in caso di rinnovo della commessa o di altri appalti".
L’accordo prevede il passaggio di tutti i lavoratori atualmente in forza a Lct Igea al nuovo appaltatore e una proposta di assunzione a tutti i lavoratori il cui contrato era scaduto il 30 giugno scorso, e che non erano stati rinnovati nell’incertezza del futuro della sede di Funo. "L’accordo è ancor più positivo in quanto ha salvaguardato i livelli salariali e di tutela dei lavoratori - conclude Giulia Santoro - confermando la vocazione del territorio bolognese al lavoro di qualità, contratualizzato, sindacalizzato, anche in quei settori dove la gara al massimo ribasso è più feroce, come nei call center in appalto".