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Le multinazionali della metalmeccanica seguitano a licenziare. L’ultimo caso è quello della Negri Bossi di Cologno Monzese (Milano), azienda leader nella progettazione e vendita di presse e tecnologie per lo stampaggio a iniezione, di proprietà dal 2019 della giapponese Nissei. La reazione dei 150 dipendenti è immediata: oggi (venerdì 13 dicembre) è previsto un presidio, dalle 14 alle 17, davanti alla sede aziendale.
Sindacati: “No ai licenziamenti, servono misure alternative”
“Alla Negri Bossi, pure in questa fase complicata, i lavoratori non hanno mai fatto neppure un’ora di cassa integrazione”, spiegano Giorgio Pontarollo (segretario Fiom Cgil Milano) e Francesco Caruso (segretario Uilm Uil Milano, Monza e Brianza): “Tutto bene, quindi, fino a martedì 10 dicembre, quando l’azienda ha presentato il piano industriale 2025-2027”.
Un piano industriale che prevede un consistente taglio dei posti di lavoro. “Nell’incontro – continuano i due dirigenti sindacali – l’azienda ha infatti annunciato, giusto per augurare buone feste ai propri dipendenti, l’imminente avvio di una procedura di licenziamento collettivo per 40 lavoratori, senza neppure prendere in considerazione misure alternative”.
Fiom e Uilm hanno dunque chiesto all’azienda (che prende il nome dai cognomi dei due industriali che la fondarono nel 1947) di “non avviare quella procedura di licenziamento collettivo di cui, tra l’altro, non avevano mai neppure accennato: ci hanno risposto picche”.
Pontarollo e Caruso così concludono: “Abbiamo deciso, con i lavoratori, di iniziare un percorso di lotta per convincere il gruppo dirigente aziendale di discutere con noi misure alternative, come il ricorso agli ammortizzatori sociali. È inaccettabile che l’azienda continui a privilegiare gli interessi finanziari a quelli industriali e occupazionali”.