Il gruppo Bosch licenzia. Giovedì 14 novembre la multinazionale tedesca ha annunciato la vendita della Edim, attiva nella pressofusione e nelle lavorazioni meccaniche per la grande industria (in particolare l’automotive). La dismissione riguarda gli stabilimenti di Villasanta (Brianza) e di Quero (Belluno), con il conseguente licenziamento di 160 lavoratori (120 a Villasanta e 40 a Quero). Di questi 160 esuberi, 40 sono addetti in somministrazione.

Esuberi Edim: sindacati, scelta gestionale miope

“Riteniamo inaccettabile che si ricorra a dichiarare questi esuberi che avranno gravi ripercussioni sui lavoratori, sulle loro famiglie e sull’intero tessuto sociale dei due territori” hanno ribadito al tavolo di trattativa Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil della Brianza e di Belluno.

“La direzione aziendale – spiegano le tre sigle – ha giustificato la propria decisione con motivazioni legate a presunte difficoltà economiche e con il fatto che le attività svolte in Edim non hanno mai fatto parte del core business del gruppo Bosch. In una situazione di crisi, quindi, si preferisce dismettere e mettere questa realtà sul mercato”.

Fiom, Fim, Uilm e Rsu hanno sollevato “numerosi dubbi in merito a queste motivazioni, ritenendo che il piano di esuberi e la volontà di vendere la Edim siano la dimostrazione di una scelta gestionale miope e priva di visione a lungo termine. Per questo motivo è stato chiesto al gruppo Bosch di ritirare questo progetto deleterio e di cambiare rotta, provvedendo a fare gli investimenti necessari per rilanciare la Edim e la produzione nei due stabilimenti”.

Le organizzazioni sindacali hanno infine manifestato “la necessità di aprire un confronto che coinvolga anche le istituzioni, a partire dalle Regioni Lombardia e Veneto per arrivare al governo con i ministeri interessati. Nei prossimi giorni sono in programma le assemblee delle lavoratrici e dei lavoratori delle due province e saranno valutate le iniziative di mobilitazione da mettere in atto per difendere il lavoro e l’occupazione”.

Fiom Belluno: “Multinazionali senza scrupoli”

“Ridurre di 40 unità la forza lavoro dello stabilimento di Belluno avrebbe gravi ricadute sociali e porterebbe a enormi difficoltà nel garantire i livelli di produzione minimi”, dichiara il segretario generale Stefano Bona, rimarcando che è necessario “difendere i posti di lavoro e il nostro territorio dall’ennesimo tentativo di depauperamento da parte di multinazionali senza scrupoli”.

Bona sottolinea di avere “già informato le istituzioni di nostra competenza (Regione Veneto, Provincia di Belluno, Comune di Setteville) per poter costruire anche insieme iniziative per scongiurare la prospettiva di riduzione del personale e cessione dell'azienda”.

Ma alla mobilitazione delle istituzioni territoriali va però “associato al più presto un tavolo ministeriale per definire e concertare una più ampia iniziativa governativa riguardo al settore automotive e della componentistica. Il rischio è quello di perdere interi settori della nostra industria manifatturiera, e nel quadro di crisi produttiva e occupazionale che stiamo attraversando, sia nella nostra regione sia a livello nazionale, è qualcosa che non è più possibile ignorare e sottostimare”.