“A un anno esatto dalla tragedia alla centrale elettrica di Bargi, dove sono morti sette lavoratori, di cui a oggi, ancora non si sa nulla su cosa sia accaduto e di chi siano le responsabilità, stanotte il nostro territorio è stato colpito da un infortunio mortale, ancora una volta nel settore dei cantieri dell’edilizia, e nelle manutenzioni della mobilità, in questo caso autostradale”. Inizia così il post sulla pagina Facebook con cui la Cgil Bologna ha indetto lo sciopero per la giornata di oggi, 11 aprile, in seguito all’ennesimo infortunio mortale di un lavoratore.

Proclamate due ore di sciopero in uscita per tutti i lavoratori dei settori dell’edilizia e della metalmeccanica, con un presidio che si terrà alle 14,30 alla rotonda in via del Triumvirato in prossimità dell’uscita 4 della tangenziale di Bologna.

Michele Bulgarelli, Cgil Bologna: “Un giorno di rabbia”

“Un giorno di rabbia per un morto sul lavoro, un morto d’appalto, un morto di precarietà. Tre lavoratori investiti erano interinali, quindi aggiungiamo precarietà a precarietà. Siamo di fronte all’impotenza di non riuscire a far scendere questo numero di tre morti al giorno. Oggi scioperiamo per dire mai più, uno di quegli scioperi che non vorremmo fare, come un anno fa dopo i sette morti di Suviana”. Così il segretario generale dela Cgil di Bologna, Michele Bulgarelli, al presidio di protesta. 

Sindacati: “I morti sul lavoro sono nei fatti un rischio calcolato di questo sistema produttivo”

“L’ennesimo infortunio mortale, il giorno dopo la chiusura delle indagini sulla morte di Attilio Franzini, morto nella stazione di San Giorgio di Piano, l’ottobre scorso, mentre era impegnato nella manutenzione della rete ferroviaria, investito da un treno, perché la linea era stata riaperta prima del previsto senza che i lavoratori, ancora sui binari, venissero avvisati. Oggi, 10 aprile, a morire, a Bologna, è Francesco D’Alò, addetto alla segnaletica stradale, in un cantiere di Autostrade per l’Italia, travolto, insieme ad altri colleghi, rimasti feriti, mentre stava lavorando sulla tangenziale”. Inizia così il comunicato congiunto firmato dai segretari generali Luca Simonazzi, Fillea Cgil Bologna, Riccardo Galasso,  Feneal Uil Bologna, Stefano Lombardi, Uilm Bologna, Simone Selmi, Fiom Cgil Bologna e Massimo Mazzeo, Fim Cisl Amb.

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I sindacalisti esprimono profondo cordoglio e vicinanza ai familiari e annunciano che si costituiranno “parte civile nell’eventuale processo perché incidenti come questi colpiscono tutti i lavoratori ed esortiamo le autorità preposte ad accertare quanto prima dinamica dei fatti ed eventuali responsabilità. Ancora una volta ci troviamo nella condizione di dover denunciare che la mancanza di sicurezza sia un fattore strutturale, se non strategico, del modo di fare impresa in questo paese, e che i numeri impietosamente ci dicono che la vita dei lavoratori viene continuamente messa in secondo piano rispetto ai profitti delle imprese”.

“I morti sul lavoro – scrivono le organizzazioni – sono nei fatti un rischio calcolato di questo sistema produttivo. Più in particolare, da troppo tempo continuiamo a denunciare la sempre maggiore compressione dei tempi di esecuzione nelle manutenzioni ferroviarie e stradali, dei sempre maggiori pericoli derivanti da interferenze tra lavorazioni diverse, eseguite in contemporanea, dalla compresenza di molteplici aziende in appalto e subappalto, dall’applicazione di molteplici contratti nazionali, dall’elusione degli obblighi contrattuali di formazione dei lavoratori sulla sicurezza”.

“In cantieri come questi troviamo sempre più spesso lavoratori, impegnati in lavorazioni edili, dipendenti di aziende in appalto e subappalto, a cui vengono applicati i contratti della metalmeccanica, come probabilmente in questo caso, dell’agricoltura o dei multiservizi, in una mera logica di risparmio sul salario, sulla formazione e sulla sicurezza – denunciano i sindacati –. È necessario un cambiamento radicale che coinvolga tutto il tessuto produttivo del Paese, che metta al centro la sicurezza di lavoratrici e lavoratori e che faccia della qualità del lavoro nel suo complesso un fattore strategico di sviluppo delle imprese e del sistema economico”. 

Gaia Stanzani, Nidil Cgil Bologna: “Non si può essere precari a 60 anni”

Gaia Stanzani, segretaria del Nidil Cgil di Bologna

“Denunciamo l'ennesima morte sul lavoro di un lavoratore precario – ha dichiarato Gaia Stanzani, segretaria del Nidil Cgil di Bologna –. Siamo stanchi del fatto che i somministrati sono i primi a essere chiamati quando il lavoro aumenta e i primi a essere espulsi senza tutele ai minimi segnali di crisi. Un mondo del lavoro in cui si è precari a 60 anni è un mondo del lavoro profondamente ingiusto che va cambiato con urgenza”.

Secondo Simone Selmi, segretario Fiom Cgil di Bologna “c'è necessità di intervenire in molte direzioni per cambiare il sistema degli appalti, non è più sopportabile infatti che il committente non sia responsabile in solido di quello che avviene nelle azienda appaltatrici, ci deve essere una risposta di sistema, non è un problema solo sindacale, va fatto un investimento di sistema: imprese, governo, tutte le parti sociali devono dare risposte strutturali”.

La segretaria della Camera del Lavoro Metropolitana Susanna Sandri ha ricordato che questo incidente avviene esattamente un anno dopo la strage a Suviana quando Bologna si fermò per uno sciopero generale cittadino, ha ringraziato chi ha scioperato, i delegati, i cittadini, le istituzioni e la stampa che segue sempre con attenzione questi avvenimenti.

Lunedì 14 si terranno altre due ore di sciopero a Ravenna sempre per denunciare queste stragi sul lavoro inaccettabili.

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