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La prima delle tre assemblee previste per il 16 luglio fra i lavoratori del magazzino Amazon di Cividate nella provincia di Bergamo si è tenuta all’aperto, per l’indisponibilità della direzione di fornire uno spazio adeguato ai propri dipendenti, e anzi “per il chiaro tentativo di impedire il legittimo svolgimento di un’assemblea sindacale regolarmente convocata”, è tornata a denunciare la Filt Cgil. I lavoratori hanno dato mandato al sindacato di proclamare uno sciopero che si terrà il 17 luglio per tutta la giornata, a partire dalle 6 del mattino e fino alla stessa ora di giovedì 18.
“I manager della direzione operativa hanno minacciato i lavoratori ipotizzando lettere di richiamo e sanzioni disciplinari per chi avesse partecipato all’assemblea. Così ci hanno riferito i presenti”, ha dichiarato Pierluigi Costelli della segreteria provinciale della Filt Cgil di Bergamo. “L’azienda ha tentato di ostacolare lo svolgimento delle assemblee, ma non ci è riuscita, e domani sarà sciopero per l’intera giornata. Torniamo a chiedere che si apra un confronto sulle numerose criticità riscontrate nel magazzino, sulle quali da mesi chiediamo spiegazioni, invano”.
Nella pec inviata dalla direzione del magazzino al sindacato il 15 luglio si leggeva: “Non siamo in grado di riscontrare positivamente la vostra comunicazione (di tenere un’assemblea, ndr) per esigenze produttive derivanti dall’aumento di volumi che si attesterà nella settimana dal 14 al 20 luglio (…) a seguito della campagna sconti ‘prime days’”. Eppure il diritto di riunirsi in assemblea è sancito dallo Statuto dei Lavoratori e dal Contratto nazionale di lavoro. “Il rispetto della legge di un Paese è obbligo anche per le multinazionali” aveva commentato Costelli.
Questo nuovo scontro giunge in una fase delicatissima che ha visto l’avvio di uno stato di agitazione a seguito della denuncia da parte della Filt di una serie di irregolarità riscontrate nel sito di Cividate. Si tratta di criticità legate al controllo che Amazon esercita – con particolare severità in questo magazzino – sui singoli lavoratori, tramite telecamere e login, modalità che il sindacato ha definito come “pratiche contrarie alle prescrizioni dell’Ispettorato del Lavoro”. Ma anche a seguito del rifiuto dell’azienda di effettuare gli esami congiunti dei turni di lavoro previsti dal CCNL e di affrontare la tematica relativa alle malattie causate dalle attività lavorative, effettuando soltanto un incontro all'anno con gli RLS.
“Abbiamo prove documentali forniteci dall’interno che attestano il monitoraggio dei singoli dipendenti attraverso il meccanismo del login in ogni postazione di lavoro (e la definizione di classifiche dei lavoratori più veloci) e attraverso le immagini delle telecamere visionate in tempo reale, con un controllo sulla base del quale vengono poi messe in atto continue pressioni ma anche vere e proprie ritorsioni. Le più classiche, ad esempio, sono l’assegnazione di mansioni più faticose o la mancata autorizzazione delle ferie richieste”, aveva spiegato Costelli il 2 luglio, durante una conferenza stampa. “Eppure l’accesso alle registrazioni dei filmati dovrebbe avvenire solo dietro comunicazione ai lavoratori, comunicazione mai avvenuta, malgrado si abbia la certezza che la visione delle immagini avviene quotidianamente, e per giunta in diretta, modalità che non dovrebbe nemmeno essere contemplata”.
A Cividate lavorano oltre mille persone, più molte con contratto di somministrazione. Dai messaggi analizzati dal sindacato risulta chiaro che viene esercitato un controllo a distanza individuale tramite login. Eppure questa pratica è in chiaro contrasto con la ratio di quanto previsto dall’Ispettorato del Lavoro (ITL) che, proprio in occasione della richiesta di autorizzazione obbligatoria, presentata da Amazon, di poter installare il sistema “Nike”, in data 30 luglio 2021 specificava: “Il sistema non potrà memorizzare, se non in formato cumulativo ed in ogni caso non riconducibile ad ogni singolo lavoratore, il tempo di stoccaggio e/o il tempo di prelievo di ciascun bene, evitando in tal modo, per ciascun singolo operatore, che si possa ricavare il tempo medio di impegno per ciascuna operazione di stoccaggio e/o prelievo della merce”.
Il controllo non finisce qui: nel sito di Cividate sono attive 46 telecamere esterne e 437 telecamere interne. In uno scatto ottenuto dalla FILT dall’interno del magazzino in cui si vede la sala monitor, si osserva chiaramente come una delle telecamere interne sia puntata direttamente su due lavoratori all’opera.
Eppure, a seguito della richiesta di un’altra autorizzazione presentata da Amazon nel 2021, quella per l’installazione di un impianto di videosorveglianza, in data 4 giugno l’ITL specificava: “L’impianto, che registrerà solo le immagini indispensabili, sarà costituito di telecamere orientate verso le aree maggiormente esposte ai rischi di furto e danneggiamento (limitando l’angolo delle riprese ed evitando, quando non indispensabili, immagini dettagliate). L’eventuale ripresa dei lavoratori avverrà esclusivamente in via incidentale e con criteri di occasionalità”.