“Abbiamo appreso in queste ore che la Berco ha avviato, in spregio delle istituzioni Italiane e del lavoro che presso il ministero delle Imprese i sindacati e i tecnici del Mimit hanno messo in campo per far fronte alla crisi aziendale, una nuova procedura di licenziamenti collettivi”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil nazionali.

Il 17 ottobre scorso l'azienda produttrice di sottocarri per macchine movimento terra cingolate aveva comunicato l'apertura della procedura di licenziamento collettivo per 480 dipendenti. All’inizio di dicembre era stato siglato un accordo su 400 esuberi volontari e incentivati (con una somma di 57 mila euro lordi). L’operazione si è però fermata a 153 uscite, da qui la nuova procedura per i restanti 247 dipendenti.

Sindacati: “Licenziamenti ingiustificabili”

“L’azienda ha comunicato ai dipendenti questa sua decisione adducendo false accuse contro le organizzazioni sindacali”, proseguono le tre sigle: “La verità è che il management non ha mai voluto discutere veramente le soluzioni, ma solo imporre il proprio volere a discapito dei lavoratori licenziando e tagliando i salari”.

Fiom, Fim e Uilm non hanno dunque “accettato assurde proposte di cancellare in toto la contrattazione aziendale e tagliare di oltre il 40 per cento il salario dei dipendenti”. E si dicono “non disponibili a licenziamenti, a maggior ragione quando sono ingiustificabili. Una follia, anche a fronte dell’incontro già programmato per il prossimo 13 febbraio presso il ministero delle Imprese”.

Per i sindacati metalmeccanici “è chiaro come questo management continui nella sua unica capacità di voler provocare le istituzioni, il ministero e i lavoratori con i loro rappresentanti. Non è accettabile che si consenta ancora a questa gestione di prendersi gioco del nostro Paese e dei lavoratori che lo sostengono”.

Le tre categorie chiedono al ministro Urso di “convocare al più presto i vertici di Thyssenkrupp per riportare equilibrio nella gestione di una crisi che ha visto sindacati e lavoratori, come sempre nelle situazioni di crisi aziendale, essere a disposizione per fare quanto in loro disponibilità per salvare i posti di lavoro. Copparo e Castelfranco meritano di più. La mobilitazione dei lavoratori continuerà fin quando non avremo risposte certe sul prosieguo della vertenza”.