Nuovo appuntamento di protesta questa mattina a Siena per le lavoratrici e i lavoratori della Beko. La manifestazione unitaria indetta da Fim Fiom Uilm e Cobas in città è partita alle 10 da piazza Salimbeni e ha raggiunto lo spazio antistante la Prefettura in piazza del Duomo, dove si è svolto il comizio finale con gli interventi dei segretari generali Cgil, Cisl, Uil Toscana, Rossano Rossi, Silvia Russo e Paolo Fantappiè.
Gli operai protestano contro la chiusura della fabbrica di congelatori, annunciata entro la fine del 2025 – 299 gli occupati che resterebbero senza lavoro –, nel contesto di un piano lacrime e sangue deciso dalla multinazionale turca dell’elettrodomestico che chiuderà anche la fabbrica di lavatrici di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno. In tutto gli esuberi previsti sono 1.935 su un totale di 4.440 occupati.
Rossano Rossi, Cgil Toscana: “Priorità, non chiudere”
Per Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana, “la priorità è non chiudere. Perché cessare la produzione e chiudere la fabbrica è una cosa che, nove volte su dieci, porta alla chiusura definitiva. E questo non ce lo possiamo permettere. Non basta arrivare fino alla fine del 2025, ma bisogna andare avanti fin quando un investitore e un nuovo piano industriale produrranno una ripartenza con le risorse necessarie che vanno trovate. E le deve trovare il governo. Fino ad allora bisogna andare avanti, anche a scartamento ridotto”.
Alice D’Ercole, Cgil Siena: “Continueremo a resistere e a lottare”
“299 motivi per resistere, quanti sono gli esuberi in caso di chiusura della fabbrica di Siena”. Con queste parole la segretaria della Camera del Lavoro, Alice D’Ercole, racconta la crisi sul territorio. “Questo stabilimento non può spegnere le macchine. Siamo in balia di un declino industriale che determina che l’8% della popolazione lavorativa locale vive di cassa integrazione, anzi, meglio, sopravvive. Questo sta diventando un luogo in cui si è poveri lavorando e in cui, nel giro di sei mesi, stanno cancellando oltre 1.200 posti di lavoro. Continueremo a resistere e a lottare perché ci vuole un progetto industriale per il Paese e per questa città”.