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Alcuni lavoratori, con l'assistenza della Fiom Cgil e dello studio legale, del sindacato, hanno inviato ieri a Bekaert le lettere per contestare i licenziamenti.
“La nostra organizzazione non li lascerà soli – ha commentato Daniele Calosi, segretario generale della Fiom di Firenze e Prato – li accompagneremo in questo percorso patrocinando le cause. Continueremo a partecipare a ogni tavolo, fino alla reindustrializzazione del sito di Figline, pensando a tutti i 318 lavoratori licenziati a giugno 2018".
"L'azienda – prosegue Calosi – ha scelto di non usufruire di altri ammortizzatori sociali nonostante fosse possibile, come ha dimostrato ieri la vertenza Embraco, per cui il ministro del Lavoro Orlando ha assicurato la possibilità di prorogare la cassa integrazione sino a fine anno. Non permetteremo a Bekaert di andarsene così: l'impegno preso per la reindustrializzazione va rispettato, e se finora non è stato possibile se ne assuma la responsabilità.
"In trentasei mesi non ha mai presentato nessun piano, l’unico conosciuto ufficialmente dai sindacati e dalle istituzioni è il piano della cooperativa di lavoratori che né l'azienda né il Governo hanno mai preso in considerazione. Domani, 21 maggio, all'incontro col ministero dello Sviluppo economico, chiederemo di nuovo a Bekaert di ritirare i licenziamenti, visto che ancora può farlo, e di utilizzare gli ammortizzatori sociali per rendere ancora più rapido il percorso di reindustrializzazione”.