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Si è svolto oggi l'incontro convocato dal ministero dello Sviluppo economico per la Bekaert di Figline Valdarno che, ad oggi, conta ancora 120 lavoratori in cassa integrazione. Da remoto erano collegate le istituzioni, l'azienda, l'advisor Sernet incaricato alla reindustrializzazione, Invitalia e le organizzazioni sindacali. La discussione, introdotta da Stefano D'Addona, è stata avviata dall'advisor che ha illustrato l'attività svolta a far data dall'ultimo incontro, risalente al 3 agosto scorso. Il piano di Trafilerie meridionali, presentato nell'ottobre 2019, è stato approfondito nei dettagli e poi analizzato da Invitalia per una valutazione preliminare. Il gruppo Jindal, nel settembre 2020, è stato inserito nel tavolo di discussione attraverso la controllata Jsw di Piombino, in quanto interessata ad integrare la propria presenza nel mercato su due fronti che possono implicare la reindustrializzazione della Bekaert di Figline: la produzione di cavi per le telecomunicazioni con un partner industriale, Obsa, che realizza macchine e impianti per la produzione di cavi in rame e che ha visitato lo stabilimento di Figline nell'ottobre 2020; e la produzione di hose wire con Trafilerie Meridionali per avere una verticalizzazione fino al trafilato e uno sbocco per il mercato della vergella prodotta a Piombino.
Per Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato, “dopo trenta mesi di vertenza oggi per la prima volta Sernet esplicita, in sede ministeriale e senza vincoli di riservatezza, i nomi dei soggetti interessati e illustra una situazione ben diversa da quella descritta dall'azienda al tavolo in Regione Toscana del 24 febbraio scorso, quando altre organizzazioni sindacali hanno firmato, al 4 maggio prossimo, il licenziamento dei lavoratori. Abbiamo chiesto pertanto il ritiro dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori per poter approfondire la situazione senza l'imminente scadenza dei licenziamenti e cercare soluzioni utili ai lavoratori e anche al Paese all'interno del piano di rilancio del settore dell'acciaio2.
"Data la presenza al tavolo di Invitalia, riteniamo inaccettabile parlare di finanziamenti pubblici a fronte di licenziamenti certi. Inoltre, visto che è uscito il nome di Jindal, chiediamo ai vertici dell'acciaieria se l'interessamento sia o meno reale visto che, né Jsw, né Trafilerie meridionali, né Obsa, si sono mai palesati agli incontri. Bekaert si è rifiutata di prorogare la cassa integrazione e di ritirare i licenziamenti, dimostrando assoluta mancanza di rispetto verso le istituzioni, le organizzazioni sindacali e i lavoratori. Il ministero ha concluso la riunione aggiornando il tavolo tra tre settimane. La Fiom continuerà a chiedere la reindustrializzazione e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro”, rileva il dirigente sindacale.
Per la confederazione, ha espresso preoccupazione per il territorio Elena Aiazzi, della Camera del lavoro di Firenze, e Silvia Spera, della Cgil nazionale, ha aggiunto: “È grave l'atteggiamento della multinazionale che dopo aver unilateralmente deciso la chiusura dello stabilimento fiorentino per trasferire le produzioni in Romania oggi a fronte di possibili interessamenti industriali decida di non ritirare i licenziamenti nonostante la possibilità di fruire degli ammortizzatori previsti dal decreto Sostegni approvato in questi giorni. Oggi in questa situazione data dalla pandemia, tutti sono chiamati a fare la loro parte, la Bekaert ritiri i licenziamenti e favorisca il proseguo industriale e occupazionale".