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“Bekaert mi ha appena informato, per il tramite di Confindustria Firenze, che entro martedì 15 ottobre procederà all'apertura della procedura di licenziamento collettivo per gli oltre 200 lavoratori di Figline, ad oggi in cassa integrazione. Facoltà che l'azienda ha; sta di fatto, però, che torneremo così a trattare con i licenziamenti puntati alla testa". È quanto dichiara Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil di Firenze.
"Si tratta dell'ennesimo atto di arroganza padronale di questa multinazionale. Inoltre, ritengo grave che Confindustria Firenze agisca per conto di Bekaert, nonostante questa non sia neanche più associata. Nel mese di agosto, avevamo richiesto a Confindustria un confronto sulla gestione delle crisi, incontro previsto per il 29 ottobre. Stante i fatti, però, non c'è più motivo di vedersi: se per gli industriali le crisi si affrontano coi licenziamenti, per la Fiom non ci sono le condizioni per un dialogo", continua il dirigente sindacale.
"Chiediamo il ritiro della procedura e la proroga della cassa integrazione per cessazione di attività. Lavoratori, territorio, istituzioni, non possono accettare l'ennesimo ricatto. Serve una reazione forte e unitaria, perciò lavoreremo affinché il 24 ottobre, giorno in cui è convocato il tavolo negoziale al ministero dello Sviluppo economico, i lavoratori e le loro famiglie siano in presidio sotto la sede in via Molise e auspichiamo che il tavolo sia presieduto dal ministro Patuanelli, perché, ad oggi, le uniche certezze che abbiamo sono i licenziamenti, non la reindustrializzazione chiesta anche dal governo. Non ci rassegniamo, ma con maggior determinazione continuiamo a stare al fianco dei lavoratori”, conclude Calosi.
“Visto come Bekaert si è comportata nei mesi scorsi non ci meraviglia il fatto che ora apra la procedura di licenziamento per gli oltre 200 lavoratori di Figline - dichiara la segretaria generale della camera Metropolitana del Lavoro di Firenze Paola Galgani - Certo, ci saremmo aspettati che avesse il buon gusto di attendere l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. E a proposito di Mise, chiediamo un maggior impegno del ministero. La chiusura definitiva di quello stabilimento non è solo uno strappo insopportabile per i lavoratori, lo è per un intero territorio e per la comunità che vi abita, quello stabilimento deve vivere, va reindutrializzato. Questa situazione - conclude Galgani - mi fa anche dire che le associazioni di impresa dovrebbero svolgere fino in fondo il proprio ruolo sociale e politico e non limitarsi ad ascoltare e riportare le scelte delle aziende”.
Sulla vicenda interviene anche la segretaria generale dellla Cgil Toscana Dalida Angelini che stigmatizza il comportamento della multinazionale Bekaert. “É inaccettabile che Bekaert voglia stare al tavolo di trattativa e partecipare agli incontri in sede governativa con la pistola del licenziamenti puntata alla tempia dei lavoratori - afferma - Come Cgil Toscana saremo al loro fianco e ci adopereremo a che intorno alla loro battaglia per il lavoro, per il loro futuro e quello delle loro famiglie si costruisca il massimo delle mobilitazione possibile certi di ritrovare tutti quelli che erano in piazza, cittadini, istituzioni, il 29 giugno dello scorso anno”.