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Si è tenuto oggi 18 febbraio, il secondo incontro della procedura di licenziamento collettivo aperta per i lavoratori della Bekaert, attualmente in cassa integrazione straordinaria. L'azienda ha ribadito che al termine della cassa licenzierà i 112 lavoratori, rifiutando la proposta di sospendere la procedura avanzata dalla Regione Toscana.
“L'azienda continua con il suo solito atteggiamento arrogante – ha dichiarato Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil di Firenze e Prato – rifiutando la proposta di mediazione avanzata dalla dottoressa Carmen Toscano della Regione, per la sospensione dei termini della procedura. Bekaert ha usufruito di ammortizzatori sociali straordinari nati per portare in fondo la reindustrializzazione. Se questa non verrà realizzata, avrà delle responsabilità con un nome e un cognome, a partire dall'azienda e dall'advisor Sernet, che non sono riusciti a portare alcun piano industriale al tavolo in oltre trenta mesi di vertenza, fino alle istituzioni, col governo gialloverde, quello giallorosso, fino al neonato multicolor (basti ricordare Bmz prima e l'”investitore indiano” che ancora oggi aspettiamo), fino alla Regione Toscana, che durante tutta la procedura di licenziamento attuale non è mai stata presente con un esponente istituzionale. L'unico piano presentato ufficialmente era quello della cooperativa Steelcoop Valdarno e chi l'ha affossato dovrà assumersene la piena responsabilità.”
“La posizione della Fiom è chiara - conclude il dirigente sindacale -: non firmiamo i licenziamenti, quindi chiediamo il ritiro della procedura, l'utilizzo della cassa integrazione per Covid e fin da ora chiariamo che, qualunque sia la conclusione della vicenda, chiunque si avvicini per reindustrializzare dovrà prevedere una soluzione per tutti, che i lavoratori siano licenziati oppure no. Non possiamo aspettare cavalieri bianchi".