Sono troppe le aggressioni alle lavoratrici e ai lavoratori del servizio ferroviario: maestranze e sindacati non sono più disposti a tollerarle. Per dare visibilità a una battaglia di civiltà, in difesa degli operatori e della sicurezza del lavoro, alle 9 di questa mattina i ferrovieri hanno incrociato le braccia e porteranno avanti la loro protesta fino alle 16.59 di oggi pomeriggio (venerdì 9 settembre).
Da mesi i sindacati di categoria denunciano la piaga delle violenze di cui sono vittime in particolare gli addetti di ferrovie e trasporto pubblico locale: basta la richiesta del titolo di viaggio o il rispetto dell'obbligo di indossare la mascherina per scatenare insulti, sputi, calci e pugni. Lunghissima la lista degli addetti finiti al pronto soccorso mentre i loro colleghi si percepiscono sempre più soli su convogli e binari, alla mercé degli utenti più violenti. Spesso pronti ad agire in branco.
Per Maria Teresa De Benedictis, segretaria nazionale della Filt Cgil – in una nota redatta insieme ai colleghi di Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa – "questi episodi non si possono più tollerare e serve un intervento da parte di aziende e istituzioni a garantire la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro”. Dopo le decine di aggressioni che nel mese di agosto hanno coinvolto indistintamente uomini e donne in servizio, secondo i sindacati, "non c’è stato da parte dei datori di lavoro nessun intervento: "Non abbiamo registrato neanche una maggiore incisività da parte del legislatore – ha spiegato la dirigente sindacale – rispetto alle proposte su daspo trasporti e revisione della normativa, avanzate dalle parti sociali”.
Per Stefania Sposetti, capotreno e segretaria regionale della Filt Cgil di Roma e Lazio, "andrebbe istituito un filtro all'accesso ai binari da parte delle aziende, come accade già nelle stazioni delle grandi città: controllare il possesso del titolo di viaggio prima di accedere ai binari aiuterebbe a ridurre l'incidenza delle aggressioni".