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Venticinque lavoratori, tutti stranieri, non pagati per due mensilità e poi allontanati dall'azienda per aver chiesto quanto spettava loro. Succede alla Bagnolo Srls, una fabbrica di confezioni di Calenzano (Firenze), che lavora anche per grandi firme. I lavoratori, disperati per la situazione, hanno iniziato uno sciopero della fame ("non mangiamo perché senza stipendi i nostri figli non hanno da mangiare"), ma poi, su consiglio del sindacato, che li affianca in questa battaglia, hanno cambiato forma di protesta: ora sono in presidio permanente, giorno e notte, davanti ai cancelli, nei sacchi a pelo messi a disposizione da Comune, Caritas e Cgil.
Con loro c'è Alessandro Picchioni della Filctem Cgil di Firenze. “L'alba è il momento più freddo della giornata – scrive il sindacalista in un post su Facebook - Sono rimasto qui insieme ai lavoratori, abbiamo passato la notte all'aperto, alcuni intorno al fuoco hanno vegliato su di noi che dormivamo avvolti nelle coperte. Sono certamente il più infreddolito, questi uomini intorno a me hanno una tempra diversa, hanno storie di vita dure, durissime, che li hanno fortificati. Nonostante tutto non me la sono sentita di lasciarli, mi sarebbe sembrato di tradire la fiducia che hanno riposto nella Filctem. Tra poco alcuni compagni mi verranno a trovare trovare, ricomincia un altro giorno di lotta”.
La Filctem ha anche scritto all'azienda per contestare l'allontanamento dei lavoratori a voce. L'azienda ha risposto dicendo che se ne erano voluti andare loro, "ma, stranamente - osservano dal sindacato - non ha allegato nessun invito a tornare, né alcuna contestazione disciplinare”. “È una situazione estrema, vanno ascoltati e aiutati”, dice la Filctem che ha ottenuto un incontro con l'azienda per domani e uno oggi, lunedì 1° aprile, con la Regione, tramite il Comune di Calenzano. “Chiederemo l'interessamento delle istituzioni sulla vertenza e resteremo al presidio permanente”, dice ancora Picchioni. “Qui si ripropone con forza il tema della trasparenza della filiera e della legalità nei settori produttivi”.