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“Un atteggiamento irriguardoso che ora ci costringe ad accelerare le decisioni sull’avvio di una vertenza nazionale articolata, che inevitabilmente coinvolgerà l’ampia platea dei committenti, tra cui, nei nostri settori, molte concessionarie autostradali”. A dichiararlo, il segretario nazionale della Filt Cgil, Natale Colombo, in merito all’assenza di Gsa (Gruppo servizi associati), società specializzata nei servizi integrativi antincendio, alla convocazione in prefettura, a Firenze, nell’ambito della seconda fase delle procedure di raffreddamento, avviate a febbraio scorso, per evidenti criticità su sicurezza, orario e organizzazione del lavoro, nonché sull’applicazione del Contratto nazionale Guardie ai fuochi ai lavoratori in appalto, addetti alla prevenzione antincendio delle gallerie del tratto appenninico dell’A1, sottolineando che “è stato atto grave e irrispettoso, non solo nei confronti dei lavoratori e della nostra struttura territoriale, ma anche nei confronti del prefetto”.
“Già al tavolo di confronto nazionale del 25 maggio scorso - spiega il sindacalista -, abbiamo invitato Gsa a rivedere i propri atteggiamenti e le proprie iniziative unilaterali riferite all’applicazione del contratto nazionale Guardie ai Fuochi, all’orario e all’organizzazione del lavoro, le cui ricadute insistono negativamente sui delicati aspetti legati alla salute e alla sicurezza. E'evidente che la scelta aziendale è quella di configgere, piuttosto che relazionarsi in maniera corretta e produttiva. Da parte nostra, non siamo disponibili a perseguire un modello relazionale, purtroppo immaginario, o di facciata, perché è arrivato il momento di dare le giuste risposte ai lavoratori che, da troppo tempo, sono stati ragionevoli ed hanno continuato a svolgere il proprio lavoro con senso di responsabilità, sperando di essere ricambiati con risposte adeguate e in linea con la normativa vigente e il Ccnl Guardie ai fuochi, siglato da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti”.
“Diciamo basta. O registriamo un immediato ravvedimento dell’azienda, a partire dalla ripresa del confronto nazionale - rileva infine il dirigente sindacale -, oppure si aprirà una lunga fase di conflitto e di denunce, a tutela dei diritti individuali e collettivi”.