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Sono 157.715 le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e marzo, in aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2018, 212 delle quali con esito mortale (dato, quest'ultimo, invariato rispetto al primo trimestre dell’anno scorso). In lieve flessione, invece, le patologie di origine professionale, che sono state 15.900 (224 casi in meno). È quanto emerge dagli “open data” pubblicati oggi dall’Inail. Si tratta di numeri provvisori e il confronto richiede cautele, spiega l’istituto, ma il trend è chiaro: nessun cambio di passo, la situazione è sempre drammatica, come del resto dimostra quanto avvenuto lo scorso 24 aprile, giorno in cui sono morti quattro lavoratori nel giro di appena 24 ore.
A marzo 2019 il numero degli infortuni denunciati è stabile nei settori industria e servizi, ma aumenta del 9,3% in agricoltura. L’analisi a livello territoriale evidenzia un incremento in tutte le ripartizioni geografiche più marcato nel Nord-Est (+2,1%) e nelle Isole (+3,1%). Tra le regioni spiccano l’Umbria (+9,8%), la Sardegna, la provincia autonoma di Bolzano (+5%) e le Marche (+4,9%), mentre i decrementi sono riferiti alla Valle d’Aosta (-6,6%) e, con cali inferiori, a Molise, Abruzzo, provincia autonoma di Trento, Lazio e Puglia.
Per quanto riguarda gli infortuni mortali, si diceva, le denunce presentate all’Inail nel primo trimestre sono ben 212, confermando così quello dell'anno scorso. Anche in questo caso, al primo posto della triste classifica c’è l’agricoltura con otto casi in più (da 14 a 22), a fronte dei quattro in meno nell’industria e servizi (da 193 a 189 denunce). L’analisi di genere ha mostrato un andamento opposto tra i due sessi: 17 casi mortali in più per gli uomini (da 180 a 197) e altrettanti in meno per le donne (da 32 a 15). Infine, le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo trimestre del 2019 sono state 15.900, 224 in meno rispetto al trimestre gennaio-marzo 2018 (-1,4%).