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Si è tenuta oggi una partecipata assemblea dei lavoratori dell’Arpab sulla gravissima situazione che vive l’ente, a causa dell’inspiegabile attendismo nella definizione della questione sulla sospensione del dg Antonio Tisci. È passato, infatti, quasi un mese dal giorno in cui il direttore è stato sospeso e nulla è accaduto. La Regione Basilicata sceglie di non scegliere e di non dare le giuste risposte ai lavoratori e ai cittadini, vista la natura dell’agenzia che nasce per la tutela dell’ambiente e quindi della salute della popolazione lucana. Un’agenzia che fino a oggi, a causa dell’instabilità della governance, ha peccato di carenza di programmazione, anche in termini di fabbisogni del personale. Mancano i dirigenti, sono tanti i lavoratori con contratto a termine per i quali non si conoscono le prospettive. Così, in un comunicato unitario, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fsi.
"I lavoratori, indignati ed esasperati dalla situazione, ma determinati nel pretendere dalla Regione Basilicata l’individuazione di una guida credibile, che rispetti quanto previsto dalle linee guida del servizio nazionale per la protezione ambientale e che garantisca trasparenza, equità e competenza hanno chiesto di proseguire lo stato di agitazione. È necessario lanciare al presidente Bardi un messaggio forte che determini una decisione immediata. L’agenzia non può essere lasciata solo al senso di responsabilità dei suoi lavoratori che, nonostante tutto, continuano a garantire tutte le attività proprie dell’Arpab e non sono più disposti a tollerare ulteriori rinvii", proseguono le sigle regionali di categoria.
"Per questo, abbiamo deciso, senza se e senza ma, di proseguire lo stato di agitazione, chiedere un incontro al prefetto e, qualora l’attuale situazione permanga, di proclamare uno sciopero in data 21 marzo, giornata della legalità. Lo dobbiamo ai cittadini, lo dobbiamo ai lavoratori dell’Arpab. Dopo anni d'instabilità, adesso pretendiamo che legalità e trasparenza, nonché una governance qualificata e affidabile, garantiscano il rilancio dell’ente e mettano fine al clima d'incertezze e tensioni in cui hanno vissuto i suoi lavoratori negli ultimi anni", concludono le organizzazioni dei lavoratori.