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“Quanto sta accadendo a un’ottantina di professionisti, per lo più architetti e ingegneri impegnati da sei anni nella ricostruzione post terremoto in Emilia Romagna, ha dell’incredibile. Per questi lavoratori, assunti a tempo determinato da Invitalia Spa, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa di proprietà del Mef, si apre lo spettro del licenziamento. Il loro contratto a tempo determinato scadrà, infatti, il 30 giugno 2019. Una scadenza inderogabile, essendo l’ultima proroga contrattuale ammissibile”. È quanto denunciano, in una nota congiunta, Mario Gnessi della Fisac Cgil Territorio Bologna, Alberto Vignali della First Cisl Area Metropolitana Bolognese e Ferrara e Mario Cusano della Uilca Uil Territorio Bologna.
“Questo – proseguono i sindacati – comporterà la disoccupazione di lavoratori che in questi anni sono stati in prima linea nella rinascita economica delle imprese del cratere e, soprattutto, la perdita di un patrimonio professionale (anche in termini di memoria storica) inestimabile e certo non sostituibile con eventuali nuove assunzioni prive di competenze specifiche e altamente tecniche. Insomma la macchina di Invitalia (e della Regione Emilia Romagna) dovrà ripartire da zero. Basti ricordare che gli interventi post terremoto nel Centro Italia oppure a Ischia sono stati pensati proprio guardando al modello Emilia e a quelle figure professionali che lo stesso ha contribuito fattivamente a costruire”.
Per Cgil, Cisl e Uil “occorre, pertanto, che il governo, attraverso Il ministero dell'Economia e delle Finanze, detentore della proprietà esclusiva di Invitalia Spa, determini attraverso un provvedimento urgente la continuità lavorativa, così da scongiurare i licenziamenti dei lavoratori, con l'obiettivo finale della loro stabilizzazione occupazionale”.