Continua anche oggi (lunedì 6 aprile) la protesta dei lavoratori della Arbe di Sasso Marconi (Bologna), che hanno già effettuato 72 ore di sciopero. A motivare lo stato di agitazione, spiega la Flai Cgil territoriale, la decisione della direzione aziendale “di non retribuire le mensilità pregresse dovute, e senza un credibile piano industriale per garantire l’occupazione ed evitare l’ennesima chiusura nel nostro territorio”.
Arbe è una azienda che opera nel settore alimentare e vanta, a livello famigliare, una storica attività nel settore stesso nella provincia bolognese (proprietà della famiglia Cannamela). La ditta si occupa di produzione di spezie, tisane, insaporitori a carattere prevalentemente biologico, ed è evidente che “anche a fronte delle restrizioni causate dall'epidemia del Covid-19, nonostante le difficoltà, avrebbe tutte le condizioni ministeriali per proseguire (codice Ateco) l’attività”.
Le lavoratrici e i lavoratori di Arbe attendono “le loro retribuzioni dirette degli ultimi mesi, e intendono conoscere come mai quelle differite non siano state destinate alle scelte prescelte. Inoltre, è diritto dei dipendenti sapere come mai, in questo contesto a dir poco surreale di emergenza sanitaria nazionale, l’azienda non abbia attivato nemmeno ragionamenti di tenuta del livello occupazionale, attivando a tempo debito gli ammortizzatori sociali di riferimento”. Per queste motivazioni la Flai Cgil ha ritenuto opportuno e necessario richiedere “l’attivazione del tavolo di salvaguardia del patrimonio produttivo, coinvolgendo le istituzioni e la proprietà Arbe, al fine di tutelare al meglio i lavoratori”.