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Ritirare le procedure di licenziamento collettivo nei confronti delle 931 lavoratrici e lavoratori ex Lsu e appalti storici esclusi dal processo di internalizzazione dei servizi di pulizie nelle scuole, oggi collocati in ammortizzatore sociale fino al 31 dicembre 2022. È quanto chiesto dalle organizzazioni sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti al tavolo con le imprese.
Subito un tavolo
I sindacati hanno anche ribadito l’urgenza di attivare un tavolo interministeriale che, da subito, dia attuazione alla terza fase assunzionale per l’immissione negli organici Ata delle scuole dei lavoratori con i requisiti (assunzione già prevista dalla legge di bilancio art. 1, comma 960) ancora inspiegabilmente ferma, stigmatizzando la colpevole inerzia dei quattro ministeri interessati, e per trovare soluzioni occupazionali strutturali per chi ne sarà escluso.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti "nel contestare la natura e i contenuti del provvedimento, hanno rimarcato come la lunga vertenza, che ha visto la positiva internalizzazione di circa 14mila persone, rischia di concludersi in modo drammatico per un numero consistente di lavoratrici e lavoratori".
Continuità occupazionale
Le tre sigle sottolineano la necessità indifferibile di assicurare continuità occupazionale e reddituale alle lavoratrici e ai lavoratori rimasti fuori dal percorso di internalizzazione e hanno chiesto di mettere in sicurezza le persone attivando tutti gli strumenti di protezione sociale e di sostegno, rimarcando l’imminente scadenza della cassa integrazione per cessazione attività prevista al 31. dicembre 2022 e gli scarsi risultati dei percorsi di politiche attive messe in campo dalle regioni.
Le imprese presenti hanno confermato l’impossibilità a farsi carico della ricollocazione dei lavoratori interessati dalla procedura. Il tavolo si è aggiornato in fase sindacale al 25 novembre prossimo.
La soluzione è urgente
Filcams, Fisascat e Uiltrasporti tornano a sollecitare, con l’urgenza data dalla gravità della situazione, tutti i soggetti interessati, ministero dell’Istruzione, ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Conferenza delle Regioni, Anci a convocare urgentemente un incontro con tutte le parti coinvolte, al fine di individuare i possibili strumenti e soluzioni, indispensabili per tutelare le lavoratrici e i lavoratori interessati perché nessuno rimanga escluso.
“Non c’è tempo da perdere – dichiarano i sindacati di categoria – i nuovi ministri si facciano carico della situazione per evitare che 931 lavoratrici e lavoratori deboli e già in difficoltà dal 1° gennaio prossimo si trovino senza un posto di lavoro”.