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È iniziato il 20 aprile scorsolo sciopero a oltranza dei lavoratori delle scuole della provincie di Frosinone e Latina che garantiscono l'accoglienza agli studenti e la pulizia delle aule. La situazione di queste persone, che non percepiscono lo stipendio da due anni, è per il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola di “una gravità senza precedenti".
Nonostante l’impegno del ministero dell’Istruzione finalizzato a estromettere l’azienda Ma.Ca. attraverso una gara per assegnare l’attività a un nuovo soggetto, infatti, i continui ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato da parte di Ma.Ca e di Servizi Generali, società controllata da Ma.Ca., stanno paralizzando il cambio d’appalto. E a farne le spese sono oltre 1.000 lavoratori.
Nella serata del 17 aprile è arrivata da parte del Tar di Latina la conferma della sospensiva cautelativa monocratica emessa lo scorso 3 aprile, e il giudizio è stato rimandato al 22 maggio. Di fatto questa decisione blocca nuovamente l’appalto delle pulizie delle scuole e del decoro degli istituti scolastici statali delle province di Frosinone e Latina (lotto 5). “Una vertenza senza fine - continua il sindacato - che ha del paradossale e che vede i lavoratori coinvolti subire angherie di ogni tipo da ben cinque anni".
"Rimaniamo sbigottiti e increduli di fronte ai pronunciamenti del Tar di Latina - puntualizza Azzola -. Non comprendiamo come di fronte al dramma dei lavoratori, su cui incombe lo spettro del licenziamento collettivo (fine aprile), si possano giustificare provvedimenti d'urgenza, basati su un loro asserito superiore interesse, che di fatto esasperano una situazione già al limite”.
Ciò che si sta verificando è in sostanza “un incomprensibile braccio di ferro tra il Tar e il Consiglio di Stato. Un sistema di ricorsi e richieste di sospensive cautelari, puntualmente accolte dal Tar di Latina e poi annullate dal Consiglio di Stato, o addirittura dallo stesso Tar, da parte delle imprese che gestiscono gli appalti che tiene sotto scacco la pubblica amministrazione causando il caos più totale nelle scuole con il rischio di interruzione di un servizio essenziale”. Una situazione di stallo che oltre a produrre una vera emergenza sociale, con i lavoratori ormai ridotti allo stremo, potrà avere conseguenze che trascenderanno questo singolo appalto. Il pericolo, per Azzola, è che si venga a imporre “un nuovo modello capace di compromettere il corretto funzionamento di tutti gli appalti pubblici. Pur in presenza della revoca della convenzione/appalto ed essendo anche scaduto, come nel caso di specie, il contratto di affidamento da più di un anno (da gennaio 2018), grazie a cavilli legali, si producono, attraverso continue sospensive e in assenza di pronunciamenti di merito, infiniti allungamenti dei tempi e quindi di gestione degli appalti da parte di aziende formalmente non idonee o non in regola ma che continuano a percepire soldi pubblici”.
È un sistema tutto legato quindi alle formalità tecnico-burocratiche più che ai contenuti di merito perché, “nonostante gravi mancanze nell’esecuzione del contratto di appalto e delle norme sul lavoro, non si riesce a riportare o non si vuole riportare nella regolarità e nella legalità un appalto pubblico e a espellere le aziende che hanno determinato tali situazioni”.
La Filcams Cgil, con i suoi legali, ha presentato da qualche mese un ricorso per far ottenere ai lavoratori le retribuzioni arretrate. Ebbene di fronte all'accoglimento del ricorso, Ma.Ca. ha presentato, “con un chiaro intento dilatorio, un'istanza di ricusazione del giudice che la condannava a pagare". "Per tutte queste ragioni - conclude il sindacalista - chiediamo a chi può farlo di intervenire immediatamente accertando le responsabilità e accelerando le indagini che sappiamo essere in corso da parte anche degli organi inquirenti sulle irregolarità avvenute su questo appalto e segnalate all’Anac, alle Procure e alla Guardia di Finanza. Chiediamo inoltre al ministro dell’Istruzione di emettere un decreto di urgenza sul lotto 5 che anticipi l’internalizzazione dei lavoratori (già prevista nella Finanziaria ma che per queste ragioni deve essere fatta subito). Insomma chi può intervenga per mettere fine a questo scempio di diritti, di dignità e di sperpero di denaro pubblico. Noi sosterremo i lavoratori con tutte le azioni sindacali, giudiziarie, di lotta e con tutti i presidi e le manifestazioni che si renderanno necessarie".