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In Italia l’amianto è stato messo al bando nel 1992 con la legge numero 257. Nello specifico ne è stata vietata l'estrazione, l'importazione, l'esportazione, la commercializzazione e la produzione in tutte le sue forme, come ad esempio l'eternit spesso utilizzato per le tettoie. Eppure gli esperti stimano che nel nostro Paese esistano ancora 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto da bonificare. Un dato enorme disperso sul territorio, negli edifici, spesso pubblici, come scuole e ospedali, nei condomini, nelle zone industriali e nelle campagne. Dalle condutture idriche alle onduline dei capanni agricoli, sono tante le tracce rimaste dei lunghi decenni in cui l'uso dell'amianto era consentito per legge. E sono migliaia e migliaia i lavoratori e i cittadini che, esposti alle fibre d’amianto, prodotte dal lento sfaldamento di tutti questi manufatti, hanno covato per anni malattie letali come il mesotelioma, il tumore raro e senza scampo effetto del minerale che spesso dispiega i suoi effetti anche dopo un periodo di latenza di trent’anni.
Il 28 aprile, Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, oltre che del lavoro, e la storia del giornalista Rai, Franco Di Mare, che ha annunciato, durante un collegamento video con la trasmissione 'Che tempo che fa', di aver contratto il mesotelioma, probabilmente durante il suo lavoro da inviato di guerra nel 1992 nei Balcani, quando il crollo di molti edifici abbattuti dai bombardamenti ha causato il rilascio nell’aria di una quantità infinita di fibre di amianto, hanno riportato all’attenzione dei media questa lunga battaglia, nella quale i sindacati e in particolare la Cgil e il suo patronato, l’Inca, sono stati in prima fila. Fin dalla lotta condotta a Casale Monferrato, città dell’alessandrino per quasi un secolo tristemente famosa per essere stata la sede della più grande fabbrica di Eternit d’Europa. E che a quella fabbrica ha pagato un tributo immane in termini di vite di operai e cittadini.
Premio Vivaio Eternot 2024 all’operatrice Inca Cgil di Casale Monferrato, Doris Vizia. Il patronato continua a essere in prima linea nella lotta all’amianto e nell’assistenza di chi si ammala
È in questo contesto più generale che Doris Vizia, operatrice da più di trent'anni del Patronato Inca Cgil di Casale Monferrato, ha ricevuto il Premio Vivaio Eternot 2024, un riconoscimento al suo lavoro e al suo impegno nella tutela alle persone colpite da patologie legate all’amianto. Il premio le è stato consegnato nella Sala consigliare del Comune, lo scorso 30 aprile, a conclusione delle celebrazioni per la Giornata Mondiale delle vittime d’Amianto.
“Svolgo questo lavoro da 36 anni – ha detto l’operatrice nel momento in cui le è stato consegnato il premio –, assisto e tutelo persone affette da malattie professionali, asbestosi polmonare e altre malattie correlate. Faccio questo lavoro con estrema passione, professionalità ma soprattutto con il cuore”.
“Sono molto felice – ha detto a Collettiva Roberto Benedetto, direttore del Patronato Inca Cgil di Alessandria – per il riconoscimento conferito alla nostra operatrice Doris Vizia che da tantissimi anni svolge il suo lavoro di tutela individuale nello specifico dei danni da lavoro con passione e professionalità. Questo premio è la dimostrazione che il lavoro svolto in tutti questi anni da Doris, per l’Inca e per la Cgil, anche fra le difficoltà, ha portato i suoi frutti facendo riconoscere diritti e tutele sia per i lavoratori che per la popolazione del territorio casalese”.
Le motivazioni
“Storica impiegata dell’Istituto Confederale Assistenza Patronato Inca – si legge nelle motivazioni del premio – Doris Vizia si occupa dal 1988 di tutele previdenziali, assistenziale e Inail. È stata un punto di riferimento, in modo particolare, per gli ex lavoratori Eternit, per assunzione e tutela di casi per il riconoscimento di malattie professionali amianto correlate. Ha seguito l’iter amministrativo medico, legale e talvolta giudiziario, nel lungo cammino per ottenere il riconoscimento della rendita Inail nei casi di asbestosi polmonare, mesotelioma e altre patologie, fortemente invalidanti”.
“Ha collaborato ai momenti assembleari della lunga stagione rivendicativa promossa dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni locali per ottenere una legge che imponesse il divieto di utilizzazione e commercializzazione dell’amianto, varata il 27 marzo 1992 (legge n. 257). Ha applicato a centinaia di ex lavoratori i benefici previdenziali disposti dall’articolo 13 comma 7 della succitata legge, consentendo a loro di accedere alla pensione anticipata. Ha contribuito nella quotidianità del suo lavoro a censire, raccogliere dati, segnalazioni, denunce, inerenti casi di neoplasie, mesoteliomi di ordine professionale e ambientale”.
“Tale raccolta di documentazioni – si legge ancora nelle motivazioni – si è rivelata preziosa nel proseguimento della lotta dell’intera comunità casalese per ottenere giustizia. Tutto questo ha permesso di presentare, nel 2009, 1940 fascicoli di casi di malati e deceduti, colpiti da malattie amianto correlate, nello storico processo per disastro doloso svoltosi a Torino. Tutt’ora prosegue in quest’attività con una professionalità che la rende punto di riferimento piemontese in materia assicurativa e previdenziale”.
Il Parco Eternot di Casale Monferrato
“Il Parco Eternot – si legge su Wikipedia – è un'area verde pubblica della città di Casale Monferrato, un giardino pensile che occupa la superficie su cui sorgeva la fabbrica Eternit, lo stabilimento di produzione di manufatti in amianto più grande d'Europa, attivo dal 1907 al 1986”.
“Nato in memoria di tutte le vittime dell'amianto, vuole simboleggiare l'impegno della città nella lotta all'amianto. L'esperienza di Casale Monferrato è, in termini di esperienza e reazione collettiva, unica nel suo genere; basti pensare che la parole resilienza in psicologia è stata applicata per la prima volta sulla base della vicenda casalese”.
“Questo è finora, in tutta Italia, l'unico intervento di demolizione e bonifica di un'area occupata da un vasto insediamento di fabbricazione del cemento-amianto portato a termine. Unico esempio al mondo di un parco cittadino realizzato al posto di una fabbrica di manufatti in amianto”.
Gli altri premiati del 2024
Gli altri premiati sono: Renato Balduzzi, Elio Carmi (alla memoria), Elisabetta Casalone, il Collegio Geometri di Casale, Pietro Comba, Esther Gatti, Federica Grosso, Corrado Magnani, l’associazione Pulmino Amico, Giovanna Zanellato.
Il Premio Vivaio Eternot
Questo riconoscimento è dedicato a individui, enti e amministrazioni che si sono distinti nell’impegno profuso per la cura, la ricerca, la divulgazione dell’informazione, oltre che in significative azioni di bonifica, battaglie sociali e legali legate ai danni causati dall’amianto.
Il Premio Vivaio Eternot è una pianta di Davidia Involucrata, conosciuta anche come “albero dei fazzoletti“, parte integrante del monumento vivo Vivaio Eternot, situato nel Parco Eternot: un vivaio che genera piante sul terreno dove un tempo era la fabbrica Eternit.