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Dopo un pomeriggio di confronto serrato e la richiesta di mezza giornata di tempo da parte dell'azienda per valutare le richieste delle organizzazioni sindacali, Avi.Coop. del Gruppo Amadori ha comunicato alla Regione Toscana la chiusura del sito di Monteriggioni, licenziando di fatto 200 lavoratrici e lavoratori.
Sindacati: “Scelta gravissima, uno strappo istituzionale”
“Una scelta gravissima – si legge nel comunicato di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – vista la disponibilità messa in campo dalle istituzioni, Regione Toscana, Provincia di Siena e Comune di Monteriggioni, di supportare un percorso di riconversione del sito produttivo e la disponibilità delle maestranze a rivedere la propria attività lavorativa. All'azienda era stato chiesto solo di mantenere i livelli occupazionali attuali e quelli salariali a piena produzione per il tempo necessario a individuare un percorso di riqualificazione del quale si sarebbero fatte carico le istituzioni regionali e locali tutte”.
Macelleria sociale
“Non solo uno strappo istituzionale – è il commento durissimo dei sindacati –, ma una macelleria sociale sulla pelle dei lavoratori che si troveranno nel giro di poche settimane a dover cercare di essere ricollocati in un mercato del lavoro saturo, persone che già da molte settimane stanno affrontando una situazione di pesantissima riduzione delle ore lavorate e dei salari, vista l'impossibilità di accesso agli ammortizzatori sociali essendo Avi.Coop. una cooperativa agricola. Questa decisione metterà sul lastrico quasi 200 famiglie, visto che il personale, essendo per l'80% avventizio, non avrà neppure accesso a forme di sostegno al reddito se non la disoccupazione agricola che comunque non potrà essere riscossa prima del 2025. Una bomba sociale sulle spalle di un territorio che si troverà a farvi fronte anche in termini di impoverimento produttivo. Uno schiaffo alle maestranze, ma anche alle istituzioni regionali e locali che si erano messe a disposizione”.
Alla faccia della responsabilità sociale vantata da Amadori negli spot
“Amadori è un'azienda che si vanta, a fini pubblicitari, di avere una salda responsabilità sociale d'impresa e che in assoluta incoerenza pratica scelte aziendali come quella di chiudere un sito produttivo e licenziare 200 lavoratrici e lavoratori, con un giro d'affari miliardario. Il Gruppo ha registrato il 2022 con un fatturato di oltre 1,7 miliardi, il 27,5% in più di ricavi e utili netti per 67,5 milioni di euro. La riqualificazione del sito di Monteriggioni sarebbe stata quindi una scelta pienamente sostenibile economicamente ma soprattutto socialmente, coerente con le tanto decantate politiche aziendali di cui oggi si fa carta straccia. Chiaro che ‘Amadori, gente che ama’ non è riferito alla tanto pubblicizzata sostenibilità e responsabilità sociale ma pare più rivolto all'amore per il profitto.
“Flai, Fai e Uila Siena, insieme a Cgil, Cisl e Uil, non si fermeranno e metteranno in campo tutto quanto nelle loro possibilità, dalla mobilitazione sindacale ad azioni di pressione istituzionale, fino a non escludere le vie legali, ma soprattutto porranno all'attenzione dell'opinione pubblica su questa gravissima scelta di delocalizzazione della produzione avicola a sacrificio delle vite e del futuro di 200 lavoratrici e lavoratori. Le maestranze saranno in sciopero il prossimo 20 giugno, con un presidio davanti alla sede Amadori di Cesena”.