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L'obiettivo dell'agitazione è quello di "salvare" oltre 600 persone, garantendo loro il posto di lavoro nel cambio di appalto in corso. Il settore è quello dei call center del trasporto aereo. Almaviva Contact, infatti, nel passaggio di consegne fra le vecchia Alitalia e la Newco Ita non ha più la garanzia di continuare a svolgere un servizio, quello di assistenza clienti nel ramo della biglietteria elettronica, che gestisce da una ventina di anni. L'attuale servizio impiega 621 lavoratori a tempo indeterminato, che operano prevalentemente nella sede di Palermo (555 unità) e in parte (una sessantina) a Rende (Cosenza). Il servizio messo a gara da Ita risulta essere di fatto il medesimo di quello attualmente svolto da questi lavoratori per Alitalia.
Per tale ragione, i sindacati di categoria hanno proclamato ed effettuato il blocco di tutte le attività del servizio Alitalia con uno sciopero, iniziato ieri, giovedì 5 agosto, che continuerà fino a domenica inclusa. "La prima giornata di astensione è andata molto bene - afferma Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil -, facendo registrare un'adesione media di circa l'80%. Ci aspettiamo un analogo risultato per le prossime giornate di sciopero".
La mobilitazione sindacale nasce dall'assenza nel bando di gara bandita da Ita per il nuovo servizio di specifiche garanzie di continuità occupazionale per le oltre 600 persone che oggi garantiscono il servizio per Alitalia; servizio che da metà ottobre andrà gestito per la nuova compagnia Ita. Il 31 luglio Ita ha ufficializzato la partenza di una gara per la gestione del proprio servizio di assistenza clienti.
"Una gara che ci è apparsa fin da subito del tutto incomprensibile - denunciano Slc, Fistel e Uilcom -. La data di partecipazione ultima è fissata al 4 agosto e quella di inizio del servizio al 15 agosto. Non si fa alcun riferimento alla clausola sociale o al fatto che la gara vada svolta dal territorio italiano, elemento strabiliante se non scandaloso, essendo Ita una società pubblica. Peraltro, la gara, bandita da una società pubblica, ha caratteristiche privatistiche, alimentando ulteriormente il senso di confusione che appare evidente dalla lettura del bando."
Secondo i sindacati, "non vi è alcun dubbio del fatto che i presupposti di questo bando porterebbero direttamente al disastro sociale. La gara è totalmente improntata al principio del massimo ribasso. Il premio, addirittura con un punteggio tecnico extra al fornitore che avesse la propria sede su Roma, al netto di dove oggi sono allocati i centri produttivi, è di fatto un invito a delinquere, ossia a non rispettare la legge sulle clausole sociali che garantisce la continuità occupazionale nei servizi di call center".
"Per non parlare del fatto - prosegue Saccone - che nel bando non si esclude la possibilità di delocalizzare in parte o tutta la commessa con il massimo ribasso. Senza alcun limite minimo non sembrerebbe un'opzione, bensì una certezza.. Siamo davvero esterrefatti dinanzi a tale sciatteria e spregio per i lavoratori. Questa gara va assolutamente fermata e riformulata seguendo i criteri di legge. In caso contrario, Ita si presenterebbe al Paese con un bel biglietto da visita di 621 licenziati, al netto di ciò che succederà nel perimetro "diretto' della nuova compagnia".
"Nei giorni scorsi - continua il dirigente sindacale -, abbiamo letto un comunicato stampa di Ita che tende a tranquillizzare circa l'applicazione della clausola sociale e sul rischio di delocalizzazione. Bene, ne siamo compiaciuti ma a questo punto urge chiarezza:: Ita renda pubblico il bando e, soprattutto, all'indomani della chiusura della partecipazione alla nuova gara si impegni a convocare subito un tavolo di confronto con noi sindacati e il nuovo fornitore del servizio in questione per gestire una vicenda delicatissima dal punto di vista occupazionale". .
Nel frattempo, nei prossimi giorni, continuerà la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, che da tanti anni assicurano un servizio di prim'ordine alla compagnia di bandiera. "Per parte nostra, ci aspettiamo a questo punto che, dopo le generiche rassicurazioni, il management di Ita passi ai fatti e convochi le parti. Nei prossimi giorni, valuteremo ulteriori iniziative pubbliche per evidenziare e contrastare il possibile scempio occupazionale che si va profilando. Ora attendiamo che venga assegnata la gara e poi affronteremo i passaggi successivi", conclude Saccone.